ATLETICA. Cagliari Respira: molte luci e poche ombre
 

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È successo ciò che era avvenuto per il leggendario match di boxe tra Alì e Foreman a Kinshasa nel 1975: terminato l'incontro ha cominciato a piovere e non ha smesso più. La sesta mezza maratona “Cagliari Respira” di domenica, quella dei primati, è stata graziata dal diluvio che ha disturbato soltanto le premiazioni. Poteva andare peggio per una manifestazione vissuta tra moltissime luci e qualche ombra.
Le luci riguardano la capacità di crescita di un avvenimento salito in cima alla classifiche delle mezze maratone di matrice regionale (fa eccezione la mezza del Chia Laguna, caso atipico), sostenuto da una motivazione medico-scientifica oltre che sportiva, e capace di dare un grande contributo alla crescita della cultura podistica nel capoluogo. Sfiorare quota mille atleti iscritti è un merito ma anche una responsabilità per gli organizzatori, che su alcuni aspetti sono stati forse colti di sorpresa. È lì che il bravo Paolo Serra, medico e podista appassionato come pochi, e il suo magnifico staff dovranno lavorare.
Lo Stadio dell'Atletica è una magnifica base, ma i suoi spazi (spogliatoio e deposito zaini le priorità) possono essere sfruttati meglio. L'arrivo in pista è sempre magico, ma la partenza non lo è altrettanto se - come è avvenuto - le vie di uscita sono strette e tortuose. Qualche errore nelle classifiche, il pasticcio dei due primi classificati della 13 km che avrebbero tagliato il percorso (perdonati dalla giuria) e le lamentale degli automobilisti sono altri nei che potranno essere curati.
Carlo Alberto Melis