Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pensioni, stangata soft per i redditi più bassi

Fonte: La Nuova Sardegna
29 novembre 2013

Adeguamento Istat per assegni fino a 6 volte il minimo. I vitalizi dei parlamentari esclusi dai tagli




di Andrea Di Stefano wROMA Il regalo di Natale per i pensionati nella Legge di stabilità c’è. Piccolo, per una platea limitata ma oggettivamente anche quella più in difficoltà. Il governo ha rimesso mano alla scure decisa con il decreto Salva Italia del governo Monti, che stabilì sia per il 2012 sia per il 2013 la perequazione al 100% solo alle pensioni di importo fino a tre volte il minimo (1.441,59 euro lordi al mese, nel 2012), abolendola sulle pensioni di importo superiore. L’adeguamento. La legge di Stabilità 2014, come modificata dal maxiemendamento del governo se resisterà al vaglio della Camera, reintroduce l’adeguamento Istat sino al 2016 sulle pensioni di importo fra 3 e 6 volte il minimo, negandola per quelle superiori a sei volte. Per chi ha un trattamento mensile compreso tra 1.486,29 e 1.981,72 euro lordi la rivalutazione al costo della vita sarà del 90% «con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi». Sempre sull’intero importo, l’aumento sarà del 75% per le pensioni fra 4 e 5 volte il minimo (1.981,72-2.477,15 euro lordi) e del 50% su quelle fra 5 e 6 volte il minimo (tra 2.477,15 e 2.972,58 euro lordi). Non è assolutamente detto che alla Camera il provvedimento non subisca un ulteriore modifica. Pensioni d’oro. Il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, che era stato bocciato dalla Corte costituzionale nella versione Monti, ritorna con una finalità precisa di reperire risorse per la sperimentazione del reddito minimo che è stato battezzato come SIA, sostegno per l’inclusione attiva. Il contributo parte dal 6% per la parte di pensione compresa fra 14 e 20 volte il minimo (90.168-128.811 euro lordi annui), sale al 12% sugli importi fra 20 e 30 volte il minimo (128.811-193.217 euro lordi annui) e al 18% sulle quote oltre 30 volte. In tutto, le pensioni colpite dal nuovo contributo di solidarietà sono, secondo i dati Inps, 29.554. Si tratta di assegni superiori a 6.936 euro lordi al mese. Di questi, 6.805 sono maggiori di 9.908 euro lordi al mese (20 volte il minimo) e appena 1.344 superano i 14.863 euro lordi al mese (30 volte il minimo). Il testo specifica che «sugli importi dei trattamenti pensionistici corrisposti da enti gestori di forme di previdenza obbligatorie» si applicherà un «contributo di solidarietà» del 6 per cento sugli importi superiori ai 90mila euro l’anno che sale al 12 per cento sopra i 128mila euro e al 18 per cento per la quota eccedente i 193mila euro l’anno. Il contributo di solidarietà colpirà, però, solo le forme di previdenza obbligatorie: dai fondi del super-ente pensionistico (Inps, ex-Inpdap ed ex-Enpals) alle varie Casse autonome (avvocati, ingegneri, medici, commercialisti) sino all’Inpgi dei giornalisti. I vitalizi. Salvo modifiche della Camera sono, però, esclusi i vitalizi parlamentari degli ex onorevoli. Ad esempio Giuliano Amato, che dal Parlamento percepisce oltre 9.000 euro al mese oppure lo stesso Silvio Berlusconi, che ora è titolare di un vitalizio di 8.000 euro, non sono sottoposti al prelievo in quanto il vitalizio non è una pensione. Congedi parentali validi. Torna la norma che prevede che i congedi per assistere i disabili vengano conteggiati come giornate lavorative ai fini della contribuzione.