Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Imu, abolita seconda rata costo a carico delle banche

Fonte: La Nuova Sardegna
28 novembre 2013

 

Ma nei Comuni che hanno alzato l’aliquota i contribuenti pagheranno il 50% Consiglio dei ministri: via libera anche alla rivalutazione del capitale Bankitalia




di Andrea Di Stefano wROMA Il Consiglio dei ministri ha dato via libera definitivo alla cancellazione totale dell’Imu seconda rata, anche sui terreni agricoli, e alla rivalutazione del capitale di Bankitalia. Tuttavia parte dell’Imu destinata alle casse dei Comuni che hanno alzato l’aliquota oltre ai livelli standard sarà comunque versata dai contribuenti. Circa metà viene infatti rimborsata dallo Stato, ma l’altra metà verrà versata dai contribuenti a metà gennaio 2014. Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha precisato che i «dettagli del decreto sono in fase finalizzazione», ma ha anche anticipato che «l’importo della rata pari a 2,15 miliardi, compresi gli immobili strumentali agricoli, sarà coperta con misure a carico del sistema bancario. Un terzo coperto con anticipi sulle posizioni del risparmio amministrato e per due terzi con aumento di anticipi su Ires e Irap, a fronte di un aumento dell’aliquota Ires e Irap per il 2014, imposta che per un anno soltanto graverà sulle banche». Saccomanni ha aggiunto che la seconda rata dell’Imu verrà «coperta» con una «imposizione accresciuta sulle banche una tantum con un anticipo cospicuo vicino al 130% che però è accettabile anche dal punto di vista» della normativa Ue. «La scadenza per il pagamento degli acconti fiscali slitta al 10 dicembre» ha aggiunto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Filippo Patroni Griffi. Via libera anche alla rivalutazione del capitale di Bankitalia che come ha sottolineato Saccomanni «si trasformerà in public company». Il tetto al 5% fissato nel decreto approvato ieri per la partecipazione «lascia la porta aperta a investitori europei» con l’obiettivo di una struttura da public company «di cui nessuno avrà il controllo». Con questo provvedimento, aggiunge il ministro, «non ci sarà più la situazione che, seppur involontariamente, si era venuta a creare per effetto di fusioni e incorporazioni, per cui due banche avevano una quota di capitale molto rilevante». In relazione alla rivalutazione e al tetto il ministro ha comunicato che il governo ha «ricevuto l’opinione positiva della Consulenza legale della Bce, ma il parere deve essere formalmente approvato dal Consiglio dei Governatori e questo richiederà qualche giorno in più». Di solito, aggiunge Saccomanni, «quello che conta è il parere della Consulenza legale della Bce». Comunque, sottolinea il ministro, «siccome si tratta di un decreto che deve essere convertito in legge se ci sono modifiche di carattere formale abbiamo tutto il tempo per recepirle». Con l’operazione, come ha sottolineato l’ad di Intesa Sanpaolo, «le banche possono avere un beneficio sul coefficiente patrimoniale» e nello stesso tempo verseranno oltre 1 miliardo nelle casse del Tesoro come imposta sulla rivalutazione. Finisce, però, l’era dell’incremento delle riserve perché col decreto Bankitalia pagherà utili ai soci privati rendendo allettante la partecipazione di quote del capitale dell’ex banca centrale. Con la fiducia è arrivato il via libera del Senato alla legge di stabilità che ora passa alla Camera. La manovra sale, dopo il passaggio al Senato, da 12,4 a 15 miliardi di euro nel 2014, con minori spese e maggiori entrate per 2,7 miliardi, di cui 1,2 miliardi di maggiori entrate. Tra le novità l’incremento del taglio del cuneo fiscale, la sperimentazione del reddito minimo, 600 milioni per rifinanziare la cig in deroga, la rivalutazione delle pensioni sino ad un massimo di tre volte il minimo.