Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Da Venditti a Brian Eno “Roma” vista da Cosimi

Fonte: La Nuova Sardegna
22 novembre 2013

DANZA 
 

 
 
 
 
 


di Roberta Sanna

CAGLIARI Arriva a colpi di clacson, con l’auto blu, anche se dalle porte spalancate non scende nessuno. “Guardàmo li gattini, amico caro. Li ppiú bbelli s’alleveno: e li bbrutti? E li poveri bbrutti ar monnezzaro”. Di bellezza che vale più dei quattrini ma che a questi conduce, parlano i versi romaneschi che dall’auto promanano. Ascoltandoli, due incappucciati penitenti, con il pubblico all’entrata del Palazzo di Città, attendono il transito di un’essenza, di una visione che diventi presenza. E che inviti ad visitare stanze e corridoi in cui si snoda il progetto visivo su “Roma” pensato da Enzo Cosimi per il suo nuovo lavoro al festival Autunno Danza + Signal. L’ingresso è spiazzamento pop, dalla Roma “der Belli”, ottocentesca, papalina e anticlericale, alla squadra “core de sta città”, investiti dalle note di Venditti e da uno striscione da stadio Olimpico, mentre catatonici magnaspaghetti frugano inappetenti nei piatti, accasciati come senzatetto tra mattoni orfani di palazzinari. Il percorso, a salire e scendere scale, infilarsi in stanze claustrofobiche, si apre su nuovi ambienti e visioni. Alcuni abitati da figure accasciate alle scrivanie e in uffici su cui è passato il caos. Altre attraversate da porzioni coreografiche, oniriche, simboliche, che inscenano conflitti carnali tra corpi maschili – l’uno denudato e tatuato da scritte da vespasiano – o femminili come le cubiste-manichino, vestali di cerimonie che mescolano allegorie calcistiche e religiose, scampanii e l’elettropop dei Kraftwerk, sino un cosmico Brian Eno che conduce allo scioglimento delle tensioni e all’uscita. Suggestivamente inscatolate e installate nel palazzotto le visioni parlano di grande e piccola bellezza in mostra e in vendita, di verminaio vitale e discesa sotterranea. Ma anche di viaggio parodistico e tragico nella corruzione imperiale, come nel Satyricon latino e poi felliniano, portandosi dietro l’immaginario cinematografico da La dolce vita alla Grande Bellezza.