Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'affannosa ricerca degli altri C'è posto anche per l'Isola

Fonte: L'Unione Sarda
8 novembre 2013


Cagliari, le affascinanti domande dell'Astrobiologia al Festival della Scienza
 

Silvia Casu: nel 2022 verrà lanciata la missione EChO
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Siamo soli nell'Universo?
La risposta viaggia tra gli spazi interstellari e i pianeti extra solari. È nascosta nel vuoto cosmico, tra polveri spaziali e molecole sospese, dove la domanda su cosa sia la vita è base di partenza per l'indagine scientifica, non solo speculazione filosofica e religiosa. Ma se per ora restano senza risposte le domande che da sempre costringono l'Uomo a spingersi oltre i bisogni materiali per nutrire una fame d'altro, quel che oggi pare certo è chi queste risposte le darà. Si chiama Astrobiologia ed è un settore di ricerca dell'astronomia che ha compiuto vent'anni appena.
Dedicato alle grandi ricerche passate, presenti e future, il Festival della Scienza di Cagliari non poteva che darle spazio. Lo ha fatto ieri sera alla Sala polifunzionale del Parco di Monte Claro con una conferenza di Silvia Casu, ricercatrice del Gruppo di Astrochimica e Astrobiologia dell'Osservatorio astronomico di Cagliari, che sarà ripetuta questa mattina alle 9 alla Sala conferenze dell'Exmà. Sapere se la vita sulla Terra sia un evento unico o legato a circostanze ripetibili in altre parti dell'Universo è una delle grandi sfide della scienza a cui la Sardegna, col gruppo di cui la giovane ricercatrice cagliaritana fa parte, darà un grosso contributo. «Se sarà approvato dall'Agenzia Spaziale Europea, che l'ha già dichiarato ammissibile, nel 2022 sarà lanciata la missione EChO che prevede il coinvolgimento del gruppo di ricerca di astrobiologia dell'Osservatorio di Cagliari e si propone di studiare le atmosfere e i pianeti extrasolari col fine di cercare la vita extraterrestre. Inoltre - spiega - questa ricerca lavora molto sull'osservazione delle molecole presenti nello spazio interstellare e visto che, per farlo, il radiotelescopio ha un ruolo fondamentale, è prevedibile che quando il Sardinia Radio Telescope sarà operativo, la Sardegna eserciterà un ruolo fondamentale».
La ricerca è in rapida evoluzione e le missioni spaziali stanno spostando velocemente i confini di ciò che conosciamo. La rivoluzione della ricerca scientifica è iniziata negli anni '90 quando sono stati individuati i primi pianeti extrasolari e ha avuto un impulso straordinario quando nel 2008 è stata scoperta la presenza del ghiaccio su Marte e l'individuazione nel 2009 di CaRot7 B, il primo di una serie di pianeti scoperti con caratteristiche simili alla Terra. Ma se la domanda se esistano forme intelligenti resta ancora aperta, c'è di nuovo che è una sfida a cui può contribuire chiunque. «Se esistono forme intelligenti si può supporre che potrebbero usare onde radio per comunicare. Per captarle è nato il Programma SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence http://www.seti.org) che in Italia usa il Radiotelescopio Serendip IV per cercare segnali radio di provenienza aliena, e tutti possono contribuire. Basta avere un computer».
Molti credono che i segnali arrivino e spesso. È vero? «La mia idea l'ha espressa bene Margherita Hack dicendo che se è improbabile che siamo soli nell'Universo è altrettanto improbabile che riusciamo ad entrare in comunicazione con queste altre forme di vita». Se esistono forme di vita extraterrestre, sono simili a quella umana? «Se un astrobiologo pensa alla vita aliena pensa ai batteri. Se poi esistono forme di vita intelligente è comunque molto improbabile che ne verremo a contatto a meno che non si riescano a superare le barriere spazio temporali, ma mi sembra alquanto improbabile che si inventi qualcosa del genere». La risposta quindi, alla fantascienza. Però gli scienziati continuano a lavorare.
Cristina Muntoni