Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cani e gatti, uno per famiglia

Fonte: L'Unione Sarda
12 dicembre 2008

In aumento canili e allevamenti, boom di acquari, cavie e conigli nani, in ribasso iguane e pitoni

Sempre più animali domestici nelle case sarde

Cresce nell'Isola la passione per gli animali. Grande impulso anche nella lotta al randagismo.
di PAOLO CARTA
Bisognerebbe avere un animale in ogni famiglia. Lo sostengono in tanti. Animalisti, ovviamente, anche medici, psicologi. Aiuta la crescita dei bimbi, fa sentire meno soli gli anziani. Cane o gatto preferibilmente, abituali compagni dell'uomo. Perché costringere a un appartamento o alle nostre latitudini pitoni, iguane, pesci piranha, pappagalli e conigli è meno naturale e troppo incline a mode passeggere.
I numeri danno conferma a questo obiettivo ideale di chi ama gli animali: in Sardegna, dato Istat aggiornato al 2001, sono presenti 263.484 famiglie. In teoria c'è un fido o un micio per tutte. Sono 197.500 i cani censiti dalla Regione con l'inserimento sotto pelle di un microchip. «E l'anagrafe sanitaria», spiega Sandro Meloni, veterinario dell'assessorato alla Sanità, «ha catalogato solo il 70 per cento degli esemplari effettivi». Bisogna aggiungere i circa 30 mila randagi, presenti un po' ovunque, soprattutto attorno a Cagliari (circa 5000), Sassari e Olbia. Per i gatti bisogna rifarsi alle stime dell'Ente Nazionale Protezione Animali: 270 mila hanno un padrone, altri 25-30 mila sono liberi.
La novità in Sardegna è l'avvio (in netto ritardo al resto d'Italia e d'Europa) di allevamenti per selezionare le razze, al fine di migliorare la specie e le attitudini a caccia, difesa, guardia per i cani, la bellezza e la purezza per i gatti. «Sono quasi tutti privati - spiega Elio Grassi, responsabile in Sardegna dell'Enci (Ente nazionale della cinofilia italiana) - impegnati a conservare le caratteristiche di una razza tramandate nei secoli sino a noi. Così un pointer naturalmente galoppa, un bracco avanza al trotto, un pastore tedesco si comporta in un certo modo riguardo per esempio alla difesa, oppure un carlino o uno yorkshire hanno determinati stazze e caratteri». È sempre naufragato ogni tentativo di riconoscere e valorizzare un cane assolutamente autoctono, il pastore fonnese.
A livello istituzionale l'obiettivo è decisamente un altro: ridurre il randagismo. La Regione, assessorato alla Sanità, ha recentemente stanziato due milioni di euro proprio per aiutare le associazioni che gestiscono i canili pubblici in perenne crisi di cibo e farmaci e per stimolare le campagne di cattura, sterilizzazione e affidamento alle famiglie di esemplari spesso abbandonati alle vigilia di ogni vacanza.
Non solo cani e gatti. La Sardegna sta diventando una sorta di Arca di Noè: a bordo, cioé dentro casa, specie e razze di tutti i tipi. Francesca Annibali, titolare di un negozio di animali al dettaglio e all'ingrosso a Pirri, spiega nuove tendenze e prezzi: «Da due-tre anni è finita la moda dei rettili. Perché è difficile prendersi cura di iguane (in vendita a partire dai 30 euro) o pitoni (minino 150, possono arrivare anche a 350-400 euro). I serpenti hanno bisogno di vivere in un ambiente riscaldato (32 gradi) e soprattutto in molti non accettano di nutrirli con topolini vivi una volta alla settimana. Le iguane, poi, se si ammalano, non trovano veterinari preparati». Così oggi sono altri gli animali di tendenza. «Cavie, conigli nani (20 euro), cincilla (60), scoiattoli (20-30)», prosegue Francesca Annibali. «Per non parlare degli acquari, che hanno un pubblico di affezionati. I più bravi si cimentano con i pesci tropicali. I piranha? Pochi. Ricercati i discus, ma se non si ambientano diventano anoressici».
Giorgio Picciau rappresenta invece chi alleva, mette in mostra e vende uccellini. «Trecento appassionati in tutta l'Isola, circa 10-15 mila esemplari. Piacciono soprattutto i canarini in colore, oppure gli incroci con le specie sarde come i cardellini. In crescita anche i bengalini, gli inseparabili e i pappagallini addestrati che si possono lasciare liberi per casa».

12/12/2008