Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

alla Prima fermata Festa al Poetto per le campionesse del mondo: «Una città fantastica»

Fonte: L'Unione Sarda
4 novembre 2013


Per le azzurre tuffo
alla Prima fermata Festa al Poetto per le campionesse del mondo: «Una città fantastica»
Barazzutti alza la voce: successo sofferto, chi se ne frega degli assenti
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Il modo migliore di festeggiare la conquista della Fed cup? Una passeggiata al Poetto, se hai la fortuna di trovarti a Cagliari. Hanno fatto esattamente così, ieri sera, le quattro (o forse cinque...) eroine azzurre che hanno conquistato per la quarta volta la vetta mondiale del tennis.
Un giro a sorpresa alla Prima fermata a bere una bibita e sentire quanto è ancora calda l'acqua del Poetto il 3 novembre, quando dall'altra parte del Paese l'inverno si già installato. L'Italia in mare per la gioia di quei cagliaritani che ne hanno approfittato per scattare una foto ricordo e strappare l'ultimo autografo. Una testimonianza del legame forte che Flavia Pennetta, Sara Errani, Roberta Vinci, Karin Knapp e Francesca Schiavone hanno stretto con la città. C'è da scommetterci, loro resteranno a lungo nel cuore dei cagliaritani, così come Cagliari - i suoi colori, le sue facce, profumi e sapori - accompagnerà sempre i ricordi migliori di queste straordinarie atlete.
Il perché lo spiega la Pennetta. «Quando ci hanno comunicato che avremmo giocato la finale in Sardegna, abbiamo storto il naso», dice con grande onestà, «avevamo paura del vento e del fatto che, trattandosi di una città su un'Isola, scoraggiati dalle difficoltà di trasporto, non sarebbero venuti tanti tifosi». Invece, aggiunge, «abbiamo avuto una graditissima sorpresa. Questa città è fantastica. E così il suo pubblico».
Già, il pubblico, quei cinquemila colorati e rumorosi che per il weekend hanno invaso il Centrale del Tennis Club di Monte Urpinu, trascinando l'Italia al successo. «Ho girato per il mondo, ho conosciuto gli impianti di tennis più importanti, ma un pubblico come quello di Cagliari non me lo ricordo da nessun'altra parte. Grazie Cagliari, davvero», dice ancora la Pennetta.
Prima del blitz al Poetto, dopo il successo in doppio e la festa con champagne e gavettoni sul Centrale, c'è stato il momento, in sala stampa, per un bilancio di questo quarto titolo mondiale. Facce felici, evidentemente un po' stanche (ormai siamo a fine stagione, le ragazze sono stremate) ma anche lo spazio per una piccola polemica. Perché Corrado Barazzutti non vuole stare al gioco di chi cerca di insinuare che il successo di ieri sia «una vittoria vuota», ottenuta contro una formazione rimaneggiata. «Chi pensa che questa vittoria abbia meno valore delle altre, si sbaglia di grosso», spiega, «chi come noi ha già vinto tre volte questa competizione e, adesso, la rivince contro la squadra più forte del mondo beh, allora, lasciatemi dire che chi vuole sminuire questo successo non ha capito quanto è forte questa Italia». Voce e volto di Barazzutti stridono con la felicità delle ultime ore, ma senza dubbio non è stata una passeggiata, per le azzurre, questa finale di Fed Cup: anche se la Russia è arrivata a Cagliari senza Sharapova, Kirilenko, Vesnina, Makarova, Pavlyuchenkova e Kuznetsova, la sfida con la squadra guidata da Shamil Tarpischev è stata, comunque, entusiasmante. La prova? Il match della Vinci contro la Panova, che sabato la tarantina è riuscita a portare a casa soltanto al terzo set (8-6) dopo più di tre ore di gioco. «Questa vittoria l'abbiamo guadagnata sul campo», spiega il ct, «non è colpa né merito nostro se la Russia è scesa in campo con questa formazione, il nostro unico obiettivo è giocare per vincere, a prescindere dall'avversario», dice il capitano. Il termine di paragone è un torneo dello Slam: «Se un giocatore arriva in finale al Roland Garros e trova un avversario meno forte di chi, sulla carta, avrebbe dovuto giocare quella finale, chissenefrega . La verità è che queste ragazze continuano ad aggiornare la storia del tennis», aggiunge Barazzutti, «chi ama lo sport deve soltanto ringraziarle».
Raggiunta di nuovo la vetta del mondo, adesso c'è da pensare al futuro? «No», rispondono Errani, Vinci e Pennetta, «adesso dobbiamo soltanto programmare le vacanze».
Mauro Madeddu