Rassegna Stampa

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Crisi: crolla il potere d'acquisto delle famiglie

Fonte: web Cagliari Globalist
4 ottobre 2013

 

Il Codacons giudica drammatico il calo del 4,7% subito dal potere d'acquisto nel 2012. Per una famiglia di tre persone una perdita equivalente a 1.642 euro.
 

Il reddito disponibile delle famiglie è sceso del 2%, ma il reale potere d'acquisto è diminuito del 4,7%, con una perdita che è la peggiore dal 1990, data di inizio delle serie storiche. I numeri che fotografano l'ennesimo colpo ai consumi sono stati comunicati dall'Istat, che ha diffuso i dati aggiornati riguardanti il 2012. Dall'Istituto di statistica fanno sapere poi che anche la propensione al risparmio ha toccato i minimi degli ultimi 22 anni.

E, se il deficit viene confermato al 3% del Pil dopo il 3,8% del 2011, si scopre il Prodotto interno lordo è sceso nel 2012 del 2,5%, peggiorando ulteriormente la stima preliminare di marzo del 2,4%. L'Istituto ha anche corretto, questa volta al rialzo, la crescita registrata per il 2011, che passa da +0,4% a +0,5%.

Risultano diminuiti dell'8,3% gli investimenti fissi lordi, mentre i consumi finali nazionali scendono del 3,8%. Le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2% e le importazioni hanno segnato una flessione del 7,4%. Il valore aggiunto, a prezzi costanti, presenta cali in tutti i settori: -5,8% le costruzioni, -4,4% l'agricoltura, silvicoltura e pesca, -3,1% l'industria in senso stretto e -1,7% i servizi. Quanto alla pressione fiscale l'Istat conferma che nel 2012 è salita al 44% del Pil. Invariato rispetto a marzo anche il debito, al 127% del Pil.

Il Codacons giudica "drammatico" il calo del 4,7% subito dal potere d'acquisto delle famiglie nel 2012. Il dato dell'Istat "tradotto in cifre", stima, comporta per una famiglia di tre persone "una perdita equivalente a 1.642 euro", che diventano 1.809 per un una di quattro. Secondo l'associazione a tutela del consumatore si tratta di "una stangata tanto invisibile quanto disastrosa".

Inoltre per il Codacons con il nuovo aumento dell'Iva il vantaggio acquisito grazie all'eliminazione dell'Imu si riduce "ad appena 16 euro" a famiglia. Ecco perché, aggiunge, "è prioritario che nella legge di stabilità si intervenga finalmente e seriamente sulle famiglie, per ridare capacità di spesa al ceto medio ormai diventato povero".

Uil, ora mettere risorse in tasche italiani - "Le dinamiche economiche del nostro Paese sono sempre negative, nonostante che il surplus primario italiano sia uno dei più alti fra i Paesi dell'area Euro. Infatti, ancora una volta, si testimonia il crollo del potere di acquisto, toccando il calo peggiore dal 1990, e diminuisce anche il reddito disponibile. Non si poteva pensare diversamente perché in ogni famiglia vi è un dramma sociale: fra chi ha perso il lavoro, chi non lo trova e chi vive con contratti precari. Fino ad oggi la famiglia ha svolto la funzione di welfare e adesso non lo può fare più in quanto vengono meno reddito e propensione al consumo".

Lo afferma in una nota il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, spiegando che "anche le imprese hanno sempre più difficoltà a stare sul mercato, tanto è vero che le importazioni hanno una flessione molto forte, e tantissime stanno chiudendo e qualcuna si trasferisce all'estero, in quanto in Italia l'energia costo troppo, la tassazione è arrivata a livello insopportabile, (44% del Pil), mancano le infrastrutture, e non si investe in ricerca ed innovazione".

"Adesso che il Governo è legittimato ad andare avanti - prosegue il sindacalista - deve immediatamente avviare una fase di sviluppo immettendo risorse nelle tasche degli italiani, riducendo le tasse sul lavoro e sulle pensioni e rinnovando i contratti in modo da avviare i consumi interni e dare un po' di ossigeno alle imprese".