Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cultura, ecco gli esposti

Fonte: L'Unione Sarda
27 settembre 2013


Contestati la commissione giudicatrice e i criteri di valutazione
 

Contributi: le denunce delle associazioni
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Gli operatori culturali sono pronti a dare battaglia. “Sem”, di Robi Massa, e “La via del collegio”, di Toto Alcades, presenteranno un esposto in Procura, altri studiano ricorsi amministrativi. La graduatoria 2013 per la ripartizione dei contributi comunali ha scatenato un oceano di proteste e denunce. Soprattutto viene contestata la composizione della Commissione giudicatrice. Ma anche i criteri adottati per dare il punteggio a spettacoli, rassegne e iniziative varie, lasciano perplessi. Perché ci sono associazioni con background pluridecennale e di altissimo livello che sono state escluse o hanno preso briciole, e altre, poco note e con una programmazione sporadica che invece sono state premiate.
«Altro che trasparenza», sottolinea Alcades, «uno degli esperti esterni ha un conflitto di interessi palese. Gerarda Ventura non poteva far parte della commissione dato che ha collaborato con l'associazione Carovana». Continua: «Noi da gennaio a oggi abbiamo organizzato concerti importanti, da Renzo Arbore alla Pfm, e non abbiamo ricevuto un euro. Stiamo affondando, e il Comune ci chiede di pagare l'affitto degli spazi, quando a Sassari, ad esempio, ci vengono dati gratuitamente. Qual è il metodo di giudizio utilizzato per le sovvenzioni? Mi sembra che ci siano delle pesanti disparità, stiamo preparando un esposto alla magistratura». Stesso discorso fa Robi Massa: «Il nostro avvocato sta predisponendo gli atti da portare in Procura: la lista dei beneficiari non ci sembra stilata con imparzialità, chiederemo di verificare la regolarità dell'assegnazione dei fondi erogati ad alcune associazioni, quali titoli hanno per ricevere denaro pubblico».
Si unisce alle proteste anche Gianfranco Angei, di Actores Alidos: «Sono indignato e offeso per come questa amministrazione tratta gli operatori culturali. La commissione nominata evidentemente non ha idea della realtà isolana, non conosce la nostra storia, i criteri utilizzati per la ripartizione sono assolutamente discrezionali, sembra che la Giunta Zedda, che si presentava come alternativa, stia agendo secondo logiche vecchie e democristiane». Interviene anche Gaetano Marino, direttore artistico di Aula 39: «Noi quella commissione non la volevamo. Il nostro lavoro, come quello di tutti gli altri colleghi, ha avuto un valore riconducibile ai parametri di un regolamento schematizzato. Funziona così: al di là della qualità e del contenuto artistico, quel che conta è la capacità nel saper costruire uno schema tecnico che conquisti il maggior punteggio possibile. Dunque, dobbiamo essere bravi e astuti ragionieri, prima che artisti. Trentacinque anni di teatro per essere giudicati da una commissione di persone che non conosco, non ci conoscono, non sanno nulla del nostro lavoro; neppure leggono con attenzione quel che dovrebbero e per il quale sono pagati».
Aggiunge Massimo Palmas, di Jazz in Sardegna: «Siamo delusi e amareggiati, e la politica continua a chiamarsi fuori dalle decisioni e dalle responsabilità. Dicono che il Regolamento è stato stilato dopo un ciclo di audizioni? Ebbene, non ha molto senso convocare contemporaneamente duecento soggetti che fanno le cose più disparate. È stata una farsa, altro che partecipazione e condivisione, e il risultato è vergognoso».
Cristina Cossu