Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cultura, Comune sotto accusa

Fonte: L'Unione Sarda
26 settembre 2013


Pubblicata la lista dei beneficiari, le associazioni hanno 30 giorni per fare ricorso
 

La protesta: pochi soldi e un regolamento che non va
C'è chi ha preso un' elemosina di 149 euro, chi per protesta non ritirerà i soldi che gli sono stati assegnati, chi rispetto all'anno scorso ha subito un taglio del 50 per cento e chi invece ha avuto un incremento del mille per cento. La lista dei beneficiari dei contributi comunali per la cultura e lo spettacolo (trenta giorni per eventuali ricorsi) ha già ottenuto un primo risultato: tutti o quasi faranno l'accesso agli atti. Cioè: gli operatori vogliono capire come è stata fatta la graduatoria e perché capita che a compagnie storiche, con numeri importanti in termini di rappresentazioni e pubblico, vengano assegnate cifre molto inferiori rispetto ad altre che i palcoscenici cittadini li calcano ben poco.
L'anno scorso c'erano circa 378 mila euro, distribuiti tra 89 sodalizi divisi in tre fasce apparentemente senza un criterio oggettivo, e le cifre minime erano di 1000 euro. Nel 2013 è stato applicato il Regolamento partorito dalla Commissione cultura di via Bacaredda (e approvato dal Consiglio) dopo molti incontri e riunioni, la somma totale è di 454 mila 472 euro per circa 80 gruppi: 280 mila euro per musica, teatro e danza; 20 mila per le residenze artistiche presso l'Auditorium di piazzetta Dettori; 67.500 per arti visive e grafiche; 72 mila per chi svolge attività letterarie e laboratoriali; 9000 per attività diverse; 5972 euro per associazioni di nuova costituzione; in più altri 29 mila euro per manifestazioni di istituzioni pubbliche. «A questi si devono aggiungere 48 mila euro stanziati dalla Giunta e forse altri 50 mila attualmente “liberi”», dice la presidente della Commissione, Francesca Ghirra. «Prima di stilare il nuovo Regolamento abbiamo fatto un ciclo di audizioni e mi sembra che dalla graduatoria emergano due cose: niente finanziamenti a pioggia e premio alla qualità. I punteggi e la valutazione dei progetti sono stati fatti da una commissione esterna, come volevano le associazioni, ci rendiamo conto che bisogna apportare dei correttivi e ci stiamo già lavorando». L'assessora alla Cultura, Enrica Puggioni: «In questa fase non entro, noi abbiamo dato un forte indirizzo politico al Regolamento e al metodo utilizzato, tutto è stato fatto nella massima trasparenza e la Commissione ha valutato sulla base di elementi oggettivi e con una formula matematica».
Ma gli addetti ai lavori contestano innanzitutto la composizione della Commissione. Che, oltre al dirigente comunale del settore, Gianbattista Marotto, è composta da quattro esperti: Carla Uras, Serena Saba, Piero Tomaselli e Gerarda Ventura, che in passato ha collaborato ad un'iniziativa con “Carovana” di Ornella D'Agostino. L'associazione ha avuto un finanziamento di oltre 26 mila euro (nel 2012 ne aveva presi solo 2500), terza dopo Jazz in Sardegna e Cada Die di Giancarlo Biffi.
«In questi due anni abbiamo assistito a un susseguirsi di annunci in cui il Comune si attribuiva un ruolo di guida e di incentivo, mentre sul piano della concretezza si assisteva alla chiusura di spazi pregiati e vitali», dice Antonio Cabiddu (Cedac), e come lui la pensano Massimo Palmas (Jazz in Sardegna) e Lelio Lecis (Akroama). «Per una città che si candida a divenire capitale della cultura europea è evidente la sproporzione tra i fondi per il settore e le ambizioni di rinnovamento e di sostegno. Nessun mago può dare risposte a 94 aspiranti beneficiari (supposto che tutti abbiano titolo) con appena 280 mila euro. E la parte politica sembra non voglia assumersi responsabilità». Nel caso di Cedac, «a fronte di oltre 50 recite, per un valore di 415 mila euro, è stato dato un contributo di 13.904 euro. Poiché riteniamo che il contributo serva a sostenere un servizio, va segnalato che i cagliaritani che frequentano la stagione sono oltre 33 mila, pertanto il sostegno è di 0,42 euro per ogni spettatore pagante».
Cristina Cossu