Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Francesco a Zedda: «Sindaco, fai tesoro delle nostre parole»

Fonte: La Nuova Sardegna
24 settembre 2013

 
Il Pontefice vuole sentire la «musica dei politici giovani» Un impegno da far tremare tanti amministratori 
 
 
 
 
 



di Giuseppe Centore

CAGLIARI «Ho trovato nei politici giovani una altra maniera di pensare la politica, non dico migliore, ma un’altra maniera». Le parole di papa Francesco pronunciate alla Facoltà Teologica hanno fatto tremare le vene ai polsi del politico più giovane che il papa ha incontrato domenica scorsa: il sindaco Massimo Zedda. Nel suo articolato intervento di saluto al Papa (ben conosciuto dal Santo Padre, perchè come da protocollo inviato in Vaticano alcune settimane prima e regolarmente “vistato”), Zedda ha parlato di un nuovo umanesimo, della pace, delle storture della globalizzazione, della ricerca di modelli di comportamento diversi dall’edonismo sfrenato, del dramma dell’emigrazione e del lavoro. Il papa nel suo saluto non ha risposto chiaramente a Zedda, ma al mondo intero, usando però il paradigma della Sardegna come emblema delle difficoltà di una società avanzata che non si riconosce più nei valori fondanti e che perde oltre alla speranza anche la fede nel futuro.

Il Papa ha salutato due volte Zedda, la prima volta a Bonaria, la seconda prima di salire sulla scaletta dell’aereo che lo ha riportato a Roma. «Mi ha detto che confida molto nei giovani, e nei giovani che fanno politica, e che si augura che sempre più giovani si interessino alla cosa pubblica, per cambiare il mondo in meglio». E in serata, prima di lasciare l’isola un ammonimento impegnativo: «ricordati – ha detto Francesco rivolto a Zedda – di quello che hai detto e di quello che ho detto io». Il sindaco giovane, 37 anni, capofila di una generazione silente ma operosa di giovani amministratori che è presente nei tanti centri dell’isola, crede che il tempo per un ricambio generazionale nella politica sarda non sia più eludibile. «Ma non parlo solo di un ricambio anagrafico, perchè non è solo l’anno di nascita a definire vecchio o giovane un amministratore, ma è il suo modo di porsi rispetto alla carica. Se questo incarico viene vissuto come servizio verso la comunità, in maniera disinteressata, e per sua natura temporanea, allora i giovani sardi sapranno innervare nuova linfa nelle istituzioni locali».

Declinare il messaggio papale è impresa ardua per chiunque, anche per i giovani. «Eppure se dovessi pensare a un collante tra i giovani sardi, in quella che mi sembra essere una classe dirigente diffusa fatta di piccoli imprenditori, professionisti, lavoratori, e amministratori, ebbene lo troverei – ammette Zedda – proprio nelle parole di Francesco: il bisogno della speranza. È la stessa speranza che ci porta a non arrenderci mai, a trovare strade mai percorse per dare risposte ai mille problemi quotidiani, ma che ci deve far sentire una sola comunità, un solo popolo, ciascuno nel rispetto dei valori dell’altro». In una Regione dove l’età media della classe politica non è elevata, ma è elevatissima l’età media della classe politica che conta davvero, il cambiamento può trovare forza nuova anche nei visi e nelle espressioni della marea di giovani che hanno accolto il papa. E che sono rimasti sicuramente colpiti dall’invito di Francesco «a sentire la musica dei giovani in politica».(g.cen.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA