Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Suicidi, questione di geni

Fonte: L'Unione Sarda
24 settembre 2013


Esperti a convegno: «Ereditarietà e ambiente sono i fattori scatenanti»
 

Nell'Isola si tolgono la vita 6 persone ogni 100mila
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Un milione di vittime ogni anno nel mondo. In Sardegna muoiono più di sei persone (6,6) per ogni 100.000 abitanti, un dato al di sopra, seppur di poco, della media nazionale (6 per 100.000 abitanti) ma, comunque, in linea con le regioni del Mezzogiorno. Sono queste le cifre drammatiche dei suicidi, un fenomeno complesso di cause biologiche e ambientali che può essere contrastato in maniera sensibile con l'utilizzo di un farmaco che oggi può essere considerato come un salvavita, ovvero il litio.
L'ESPERTA «Si tratta di un banalissimo ione che in assoluto è in grado di controllare il comportamento suicidario in altissima percentuale», afferma Maria Del Zompo, docente dell'Università di Cagliari nella facoltà di Medicina. Ricercatori cagliaritani e americani ne hanno discusso ieri, nell'ambito di un simposio “Correlati clinici e biologici del comportamento suicidario” organizzato dal Dipartimento di Scienze biomediche dell'Università e dalla Unità di Farmacologia clinica dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, realizzato con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna. Presenti anche due massimi esperti di fama mondiale, Martin Alda (professore di Psichiatria alla Dalhousie University, Halifax) e Gustavo Turecki (docente allo Human Genetics, Neurology a Montreal). La tendenza al suicidio, nei pazienti affetti da disturbo bipolare, è presente nel sangue, cioè è “scritta” attraverso una serie di marcatori genetici “spie” in grado di indicare chi potrebbe tentare di togliersi la vita.
L'AMBIENTE Ma questo è solo un aspetto. L'altro, infatti, è il fattore ambientale. Dallo studio arriva la conferma che i fattori genetici, uniti a un ambiente “ostile”, sia dal punto di vista naturale (condizioni di vita) che umano (eventi traumatici), producono il terreno ideale per i suicidi. Ma, come detto, esiste un modo per ridurre l'insorgenza di questi comportamenti con il ricorso al litio. «Anche se ha una finestra terapeutica ristretta», spiega Del Zompo, nel senso che in alcuni pazienti con sindrome bipolare il farmaco potrebbe risultare poco efficace e avere effetti collaterali, «il litio può, comunque, controllare il comportamento suicidario».
L'EPIGENETICA Gli studi di epigenetica, ossia lo studio di come le situazioni traumatiche o di persistente sofferenza dell'età infantile che possono condizionare l'espressione delle componenti genetiche e portare in età adulta a fenomeni depressivi gravi, sono una novità in questo campo.
LO STUDIO Gustavo Turecki, che, insieme a Martin Alda e ai ricercatori sardi ha condotto uno studio sulla popolazione sarda e su quella canadese per verificare l'incidenza del suicidio nelle due popolazioni (i sardi si suicidano meno dei canadesi), è giunto alla conclusione che «non necessariamente il suicidio è legato a eventi negativi, come violenze o abusi sessuali, accaduti durante l'infanzia. Anzi, nella maggior parte dei suicidi non esistono storie di questo tipo». Non solo. Ma «quando il comportamento suicidario avviene in età adulta, quasi mai esiste un rapporto di causalità con eventi traumatici, come un abuso, subiti durante l'età infantile».
Mauro Madeddu