Rassegna Stampa

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Il Papa in Cattedrale coi detenuti, rom, extracomunitari e i poveri della Caritas

Fonte: web cagliaripad.it
23 settembre 2013

Nel Duomo anche il ministro Cancellieri. Tra i banchi anche il presidente del Cagliari Massimo Cellino. Per il Pontefice la lettera di un ergastolano


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Terminato il pranzo con i vescovi sardi nel Pontificio Seminario regionale Papa Francesco alle 15,15 è giunto nella Cattedrale dalla banda musicale della Brigata Sassari. Qui il Pontefice, accompagnato dall'Arcivescovo Arrigo Miglio ha incontrato i poveri assistiti dalla Caritas e alcuni detenuti del carcere di Sassari e di Cagliari e dell'istituto Minorile di Quartucciu. Presente anche il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, con le autorità locali. Nei banchi della chiesa anche il presidente del Cagliari Massimo Cellino, che ha saluto i detenuti del carcere di Buoncammino dove è stato recluso per un mese nel febbraio scorso. Proprio per la visita del Santo Padre a Cagliari, Cellino ha donato il palco dove è stata celebrata la Santa Messa questa mattina a Bonaria.

Un cesto con i prodotti tipici sardi donati dai detenuti delle tre colonie penali della Sardegna, Isili, Mamone e Is Arenas, e una lettera scritta da un ergastolano. Sono i regali ricevuti da Papa Francesco dai 27 detenuti in permesso premio che hanno partecipato all'incontro in Cattedrale provenienti dalle strutture di Bancali a Sassari (6), Buoncammino (13), quella minorile di Quartucciu (2) nell'hinterland cagliaritano, e della Comunità di recupero La Collina (6). Nel Duomo anche 132 poveri assistiti dalla Caritas tra famiglie disagiate, clochard, extracomunitari e Rom. E proprio la Caritas ha annunciato di aver raccolto nelle scorse settimane 60mila euro per i disabili di strada di Buenos Aires.

   Nella lettera dell'ergastolano - il suo nome è Dante – viene lanciato un appello al Santo Padre perché interceda e "apra il cuore" ai governanti e ai parlamentari affinché dall'ordinamento nazionale sparisca "la tortura dell'ergastolo". Nella stessa missiva, consegnata da un detenuto presente in cattedrale, anche una poesia dal titolo "Fine pena mai".

La carità non è un ''assistenzialismo per tranquillizzare le coscienze, quello è negozio. Non c'è altra via che questo amore, - ha detto – essere umili e solidali, questa solidarietà in questa cultura dello scarto, che terrebbe soltanto quelli che si sentono puri, puliti, poveretti loro - ha aggiunto -. Questa parola, solidarietà, rischia di essere cancellata dal dizionario, perché è una parola che dà fastidio. Ma noi non la cancelliamo dal dizionario, - ha aggiunto - noi lo diciamo che la via è questa e non lo abbiamo inventato noi i preti, è nel Vangelo, e vogliamo andare per questa strada''.

Le opere di carità vanno svolte con ''umiltà, tenerezza e misericordia'', mentre, osserva il Papa, ''a volte si trova anche l'arroganza del servizio ai poveri. Alcuni si fanno belli, si riempiono la bocca con i poveri; alcuni strumentalizzano i poveri per interessi personali o del proprio gruppo. Lo so, questo è umano, ma non va bene. E dico di più, questo è peccato, sarebbe meglio che rimanessero a casa''.