Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'Anninnia di Elena Ledda per tutti i figli

Fonte: L'Unione Sarda
20 settembre 2013

Il cameo della cantante

 

Alla sarte del Teatro Lirico sono bastate sei ore per confezionare lo splendido costume disegnato da Marco Nateri. A lei, per emozionare il pubblico, basteranno pochi minuti. Stasera, sul finire dell'opera, Elena Ledda sarà là, sul palcoscenico del teatro cagliaritano, per una partecipazione straordinaria - fortemente voluta dal regista Davide Livermore - che rappresenta un momento di sospensione nella partitura. Sarà vestita di viola come Nibatta, la madre dell'ucciso, coscienza dolente di questa storia che parla di guerra e di morte. Elena attraversa il palcoscenico, maestosa, cantando la sua Anninnia. Ad accompagnarla, i mimi e i danzatori, belli nei movimenti dei loro corpi trionfanti. Nell'aria ancora le note della struggente ninna nanna che Ennio Porrino ha affidato a Nibatta.
L'Inno dell'Universo si è appena concluso e prima dell'epilogo, del canto di Gonnario e di Perdu, sta a lei rubare all'opera di Porrino pochi minuti, quelli che le ha ritagliato la produzione. Non è una melodia tradizionale (i toni sarebbero stati troppo bassi, spiega l'artista), ma un testo recente, da lei musicato e scritto da sua sorella Maria Gabriella. “Lumera benedita benìa de logu e ispantu/, ti sia sonnu sa titta e de mamma su cantu/, a bellu a bellu serra is ogus sa pippia/ t'arricciat custa terra che mata noa infroria….”.
Porrino avrebbe apprezzato l'intrusione, sorride Elena Ledda, felice di come il teatro l'ha accolta, entusiasta della bravura della sartoria, della genialità del costumista Marco Nateri, della generosità di tutti i cantanti, dell'orchestra, dell'intero teatro.
Del resto, la cantante popolare selargina viene da questo mondo. Viene dal Conservatorio cagliaritano dove si è diplomata in canto, avendo una maestra speciale come Maria Casula, e per compagne, su tutte, Giusy Devinu e Simonetta Soro. Ma anche Loredana Putzolu, e Valeria Podda, Ivano Lecca… Vincitrice del prestigioso concorso di Spoleto per gli esordienti, proprio come Giusy, avrebbe dovuto debuttare nel “Trovatore”, nel ruolo di Leonora. Mollò tutto. «Diedi un grande dolore alla mia maestra, ma non mi sono mai pentita della mia decisione».
Stasera, e per le prossime recite, saranno di nuovo quelle atmosfere ad appartenerle, almeno per un po'. Il fascino di una messa in scena potente, senza mezze misure, e di una storia di amore e di morte che alla fine, per volontà dello stesso compositore, si scioglierà in un clima di pacificazione generale. A lei questa scelta - fortemente sottolineata dalla regia - piace molto. Le piace la ritrovata serenità di tutti i protagonisti, i vivi e i morti, che inneggiano a un mondo senza guerre e senza più bisogno di doloranti. Le piace, soprattutto, questa partecipazione a un evento straordinario che anche per Elena Ledda, come per tutto il teatro cagliaritano, ha il sapore dolce di un ritorno a casa.
Maria Paola Masala