Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Radiografia della Caritas: più poveri nel capoluogo

Fonte: La Nuova Sardegna
18 settembre 2013

RAPPORTO ANNUALE



Il 40 per cento delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto sono residenti nell’area vasta ma soprattutto nella città

CAGLIARI Nel 2012 i poveri che si sono rivolti ai centri di ascolto sono stati 6.039, il 40 per cento di questi nella sola diocesi di Cagliari. Anche nel capoluogo è rispettata la proporzione che distingue la Sardegna da altre regioni: sono soprattutto i sardi che si rivolgono ai centri di ascolto, molto meno gli stranieri. Soprattutto nel nord Italia, invece, gli immigrati sono i maggiori frequentatori delle sedi Caritas. Nel rapporto sulla povertà redatto dall’Ufficio studi in preparazione della visita del Papa i bisogni espressi dalla popolazione sono prima di tutto quello di un lavoro. Alla Caritas però si rivolgono anche persone che un lavoro ce l’hanno ma non riescono a tenere il passo con spese improvvise dovute per esempio a malattie. Al terzo posto fra le cause di povertà ci sono le separazioni fra coniugi o conviventi. «Fra i principali problemi registrati – si legge nel documento Caritas – si segnalano in particolare le difficoltà derivanti dal divorzio e dalle separazioni, con o senza intervento giudiziario: è una quota pari al 48 per cento dei problemi familiari (quale causa di povertà). Fra i divorziati e soprattutto fra i separati è soprattutto la componente femminile a registrare una maggiore esposizione a situazioni di vulnerabilità sociale, con delle quote cresciute sensibilmente: le donne separate tra il 2009 e il 2012 sono passate dal 14.2 per cento al 16,2 per cento. Analogamente le donne prevalgono nettamente sugli uomini anche nel caso dei vedovi. In altre parole le donne risultano in numero inferiore rispetto agli uomini soltanto nel caso in cui non siano mai state congiunte in matrimonio.Tale collegamento – si continua nel documento – pone in luce le correlazioni esistenti tra vulnerabilità sociale e debolezza nei rapporti coniugali: una situazione di fragilità in cui la componente femminile appare notevolmente più esposta rispetto a quella maschile». Da questa rilevazione emerge insomma che le donne sole meno frequentemente degli uomini si ritrovano in condizioni di bisogno: è il carico familiare e il ruolo di gestore esclusivo dei rapporti all’interno della famiglia e quindi la sua esclusione dal mondo dal lavoro che porta la donna a trovarsi nella condizione di difficoltà che sconfina nella povertà. Le politiche sociali di sostegno alla famiglia non tengono mai conto, tra l’altro, della differenza dei ruoli tra uomo e donna e quindi della necessità di prendere atto delle differenze e quindi di sostenerle. Tema difficile, mai pienamente trattato.