Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il grido d'aiuto dell'Isola dei poveri

Fonte: L'Unione Sarda
17 settembre 2013

CARITAS. Più famiglie in difficoltà e più richieste ai centri d'ascolto: tante donne e giovani

 

Poveri, nel 2013. Chiedono cose concrete: il pagamento di una bolletta, sussidi economici, vestiti, cibo, consulenze legali. Per lo più disoccupati (il 65,6%) ma anche chi, pur avendo un lavoro o una pensione, fa fatica ad arrivare a fine mese. I problemi di natura economica e dell'occupazione prevalgono su tutti, soprattutto in un periodo in cui la crisi economica manda in fumo migliaia di posti e rende impossibile la ricerca di lavoro. La povertà ha sempre più il volto di donna, il viso di giovani quarantenni, specie quelli meno istruiti, s'incarna nella disperazione di quanti ogni giorno lottano per avere il minimo indispensabile, sposati e single, separati e divorziati degli ultimi anni, gente che il lavoro non ce l'ha mai avuto o l'ha perso. Una povertà che la Caritas fotografa ogni giorno attraverso i suoi centri d'ascolto presenti nelle diocesi, documentata nell'ultimo report (il quinto), presentato ieri a Cagliari, in vista della visita nell'Isola di Papa Francesco, domenica a Cagliari. «Il Pontefice ha grande attenzione per le povertà - spiega don Marco Lai, delegato regionale della Caritas Sardegna - un uomo che viene dalla fine del mondo, dai luoghi più poveri, figlio di emigrati: contiamo su Papa Francesco e sulla sua azione pastorale che parte dal basso». Iniziativa che vede in primo piano la partecipazione dell'arcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio e del vescovo delegato della Conferenza episcopale sarda, Giovanni Paolo Zedda.
L'INDAGINE In Sardegna il disagio cresce proprio dentro le famiglie (147mila sono in condizioni di estrema povertà), soprattutto in quelle più giovani, e le più vulnerabili sono quelle meno attrezzate per tentare la risalita, «gli ultimi della fila - li chiama don Marco Lai - e ultimi destinatari di qualsiasi possibilità di miglioramento». Il quinto report del settore Studi e ricerche della Caritas è un lavoro scientifico che, mettendo in luce i bisogni dei sardi e il disagio sociale che attraversa sempre più ampi strati della società, può essere un'utile guida per i governanti. Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto e si rivolgono ai centri della Caritas: più di seimila nel 2012 (triplicate in 3 anni), già 5.773 nel primo semestre di quest'anno. Il 56,4% donne, «a conferma della fragilità strutturale femminile nel trovare lavoro e del ruolo tipico della donna, soprattutto se madre, di farsi portavoce dei bisogni familiari», rimarca il relatore del report, Raffaele Callia. Una povertà che cresce fra le mura di casa: il 66,5% delle persone ascoltate vive con propri familiari. A chiedere aiuto sono anche i senzatetto (5,2%), così come separati e divorziati in difficoltà finanziarie. L'istruzione è il filo da cui partire: «Chi ha adeguati strumenti culturali e formativi - sottolineano i ricercatori - regge meglio la prova della crisi». La ricetta è scontata: no all'assistenzialismo, sì a progetti che promuovano la persona e la sua dignità, all'interno di un efficace sistema di welfare integrato, che faccia perno più sui Comuni che sullo Stato. E il lavoro deve essere il traguardo raggiungibile da tutti i sardi, che poi sono quelli da cui arriva il grido d'aiuto.
Carla Raggio