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Scuola, oggi la prima campanella. Cisl denuncia: "E' il caos"

Fonte: web SardegnaOggi.it
16 settembre 2013

Classi "pollaio", caos dimensionamento, carenza di organici. Oggi tra tante incertezze suonerà la prima campanella dell'anno per gli studenti delle scuole in Sardegna. La Cisl denuncia: "Rimangono tutti i vecchi problemi, troppi alunni vedranno negati un proprio diritto, quello all'istruzione".

CAGLIARI - Oggi il primo giorno di scuola per circa 200 mila studenti sardi che per 205 giorni saranno sui banchi, fino al 10 giugno quando finirà l'anno scolastico 2013/2014. Che si apre tra mille difficoltà: l'incertezza dovuta al piano di dimensionamento scolastico, tra ricorsi al Tar e delibere inattuate, è soltanto il primo di tanti problemi che esistono da tempo.

A denunciarli oggi è il sindacato della Cisl Scuola: "Oggi esploderà in modo totale tutto il malessere della scuola sarda. I primi segnali sono arrivati, con la dovuta risonanza, dagli istituti che hanno iniziato le lezioni in anticipo. Centinaia di famiglie e migliaia di alunni il primo giorno di scuola dovranno prendere atto che l’Offerta Formativa proposta dagli istituti non può essere realizzata per carenza di organici".

Tra i problemi elencati dalla Cisl ci sono "classi negate per istituire pluriclassi, il trasferimento coatto di alunni in altro istituto per “riempire” classi poco numerose, le note classi “pollaio” con oltre 30 alunni". Ancora "indirizzi di studio non autorizzati per oltre una classe pur in presenza di iscrizioni (licei musicali e scuole medie indirizzo musicale), classi a tempo prolungato non autorizzate, scuole soppresse nei piccoli paesi e pendolarismo fin dalla scuola dell’infanzia".

La Cisl sollecita tutte le autorità che hanno la responsabilità istituzionale dell’istruzione in Sardegna "affinché i problemi siano affrontati seriamente e in modo sinergico per giungere a soluzioni che non penalizzino la cittadinanza e inducano ulteriore dispersione scolastica. Non consentiremo che dopo qualche giorno tutto sia accantonato e posto nel dimenticatoio: tutti i nostri alunni devono avere la scuola cui hanno diritto".