Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Federica “battezza” la nuova piscina

Fonte: L'Unione Sarda
5 dicembre 2008

La Pellegrini e gli altri azzurri ieri in allenamento a Terramaini

Federica Pellegrini sorge dalle acque di Terramaini come una Venere giovane, timida e consapevole. È lei la star indiscussa del miniraduno collegiale dell'Italia del nuoto a Cagliari. Per lei, non certo (senza offesa) per il bravissimo commissario tecnico Alberto Castagnetti, uno degli artefici dell'ascesa del nuoto azzurro, o per Federico Colbertaldo da Valdobbiadene, bronzo mondiale negli 800 stile, o per Cristian Galenda, uno dei moschettieri della 4x100 iridata, sono arrivati nell'impianto cagliaritano decine di ragazzi e, soprattutto, ragazze. Per lei, regina del nuoto azzurro, votata seconda miglior nuotatrice europea dell'anno, campionessa olimpionica e primatista dei 200 stile, che sul bordo di una piscina mai vista prima si muove scalza, un asciugamano aggrappato ai fianchi, come fosse nel bagno di casa.
Ci si potrà chiedere se sia positivo questo modo di considerare sempre più gli atleti (non soltanto i calciatori), come personaggi pubblici, assillandoli sui tempi in vasca, sulle abitudini fuori, perfino (e decisamente troppo) sui legami sentimentali. Per fortuna, ricevuto sui capelli ancora bagnati un delicato bacio del “moroso” Luca Marin, arrivato per ultimo alla conferenza stampa, la bionda veneziana, per una volta, parla di nuoto e soltanto di quello: «Sono contenta di essere venuta qui. Non mi piace nuotare nella vasca da 25, nella quale ho perfino tempi più alti che in quella da 50». Solitamente, per chi non lo sa, la vasca piccola è più veloce, perché nella virata si guadagna tempo. «Ma non non siamo nuotatori da vasca corta», aveva sospirato il cittì, mettendo le mani avanti sugli imminenti Europei di Rijeka (Croazia). «Federica ha inizato tardi, va lì per ritrovare la gara, ma senza velleità». E lei, minimizzato il malore accusato venerdì scorso a Genova, conferma: «Farò i 200 e i 400, non gli 800. Quella gara non mi piace tanto, ma me la fanno fare e già ai mondiali di Roma 2009 mi vedrete sfidare Allessia Filippi sulla distanza».
Quante scintille sprizzeranno dall'acqua in un duello tra le grandi stelle del nuoto azzurro, proiettato in un dimensione mondiale, è bello anche soltanto immaginarlo. È una delle nuove sfide della ragazza che - sedicenne - stupì il mondo con l'argento all'Olimpiade di Atene 2004. Sfide da vincere con la propria forza, non con l'aiuto di una tecnologia che la infastidisce. «Fosse per me», dice scuotendo leggermente la testa per spostare un ciuffo da manga che le copre l'occhio destro, «tornerei al costumino. Preferisco un costume che mi lasci libera nei movimenti a uno che pure scivola di più. Comunque ora che ho concluso il contratto con Adidas, mi dò tempo sino a febbraio per scegliere. Sto valutando tre costumi diversi, Arena, Jaked e Mizuno. Non posso salire sui blocchi con la preoccupazione che il costume si strappi durante la partenza». Marin la guarda e annuisce: «I nuovi costumi aiutano chi ha meno tecnica, ma le case ci hanno investito molto e non credo che torneremo indietro».
CARLO ALBERTO MELIS

05/12/2008