Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un giorno coi volontari del Papa «Mai vista tanta partecipazione»

Fonte: L'Unione Sarda
13 settembre 2013


Decine di regali da tutta l'Isola: c'è anche un grande pinguino
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Tutti vogliono toccare Papa Francesco. Tra le centinaia di telefonate e mail che arrivano ogni giorno al quartier generale della commissione organizzativa, il sogno più diffuso è quello più complicato da realizzare: «Desidero baciarlo, abbracciarlo, stringergli le mani. Come devo fare?». Poi magari succede un miracolo e il pontefice rompe il protocollo buttandosi tra la folla come gli piace fare. Ma certo non si possono raccogliere prenotazioni o fare promesse. Don Raimondo ha una risposta gentile per ogni chiamata, un “no” comprensivo e paziente per ogni lettera inaccettabile. «Mio figlio è nato da poco, vorrei che lo battezzasse lui». «Siamo ballerini di tango, possiamo esibirci vicino all'altare?». «Ho letto che si muoverà su una Cinquecento, la mia è a disposizione. Allego foto e targa». «Arriverà una scultura alta un metro e settantacinque, un pinguino, animale-simbolo dell'Argentina. Potete consegnargliela?».
Nelle stanze luminose del seminario arcivescovile di via monsignor Cogoni lavora da giugno, sei giorni su sette, dall'alba alla notte, un gruppo di volontari che sembra una grande famiglia affiatata. Il “capo” è monsignor Franco Puddu, vicario per la pastorale e parroco di Nostra Signora delle Grazie a Sestu, gli altri, sacerdoti e laici, vanno e vengono indaffarati, rilassati, sorridenti e silenziosi per costruire nei minimi dettagli lo storico evento, la visita pastorale del Santo Padre a Cagliari, anzi, in Sardegna. La prima in assoluto di Francesco nel pianeta, perché a Lampedusa - spiegano - «è stata all'incirca una messa per commemorare i migranti morti in mare, e a Rio de Janeiro era il raduno mondiale della Gioventù». Insomma, altre cose. Siamo noi i primi fortunati, e domenica 22 settembre sono attesi trecentomila pellegrini, forse di più, dal resto dell'Isola - con 460 pullman - da Roma, Milano, Londra, dalla Spagna (su una nave da crociera ormeggiata al Molo Ichnusa, con 1600 passeggeri che assisteranno alle funzioni da un maxi-schermo piazzato lì apposta per loro e per altre quattro navi militari).
L'amore della gente per Jorge Mario Bergoglio si è capito subito, anche dai numeri. «Le richieste per partecipare sono state oltre il doppio rispetto a cinque anni fa, quando venne Ratzinger», dice una delle coordinatrici, Rita Boi. Insieme con Antonia Carta, si sta occupando, tra decine di altre questioni, dei pass. Ne sono stati stampati ottantamila da distribuire alle cinquecento parrocchie delle dieci diocesi sarde: questa mattina, don Paolo Sanna, il rettore del seminario, e Francesco Piludu, braccio destro di don Puddu e consigliere comunale del Pd a Quartu, li porteranno a Oristano, dove si sono dati appuntamento gli inviati delle chiese che a loro volta li distribuiranno ai fedeli. A ciascuna ne spetta il 4 per cento della quantità dei loro adepti. Sono ambitissimi e preziosi come oro, danno il diritto di assistere alla visita - in una zona specifica a seconda del colore e della categoria - di qua delle transenne. Ci sono i malati: le 1900 richieste di partecipazione sono state accolte tutte. Cento, gravissimi, con i loro accompagnatori, staranno dentro la Basilica di Bonaria, altri quattrocento nel sagrato (vicino alle autorità civili, religiose e militari, ai sindaci, ai moltissimi preti concelebranti) il resto nel piazzale del Cis. Poi, i bambini. Il Vaticano ha espresso il desiderio di averli sulla scalinata: ce ne saranno, di età compresa fra i 10 e i 14 anni, 3500. Ancora: i lavoratori (incontro nel Largo Carlo Felice alle 8,45), i poveri della Caritas e i detenuti (alle 15 in Cattedrale), i giovani (alle 17 in Cattedrale). Il resto dei cristiani («ma ci sono anche tantissime persone non credenti») potrà presenziare liberamente - così vuole il Santo Padre - però, per problemi di sicurezza e logistica, al di là dei sedici chilometri di recinzione lungo il percorso.
La macchina sta funzionando benissimo: è divisa in settori. Oltre quello dei pass (schede, dati, fotografie, rapporti con la polizia), l'ufficio stampa, guidato da don Giulio Madeddu (si occupa della comunicazione e di tenere i rapporti con i media), il settore “sanità” mette insieme la rete dei medici volontari per la giornata e le ambulanze, la “sicurezza” provvede agli spostamenti, duemila volontari con pettorina di riconoscimento staranno ai varchi, oppure accompagneranno i sacerdoti nella distribuzione dell'eucarestia; il reparto “viabilità” ha provveduto ai trasporti, agli accessi delle corriere, ai parcheggi, alle auto dei disabili. Il settore “pastorale giovanile”, diretto da don Alberto Pistolesi, vice parroco nella chiesa del Santissimo Crocifisso, ha radunato i ragazzi dai 16 ai 24 anni, ai quali la Tirrenia, su una nave ancorata al porto, offrirà il pranzo e gli spazi per riposare e lavarsi. Alcuni di loro hanno già vissuto la meravigliosa avventura di vedere Sua Santità live , sono reduci dal Brasile, dove hanno pregato, si sono divertiti e fatto una tappa in Maranhão, a trovare missionari e suore cagliaritani che vivono laggiù.
Ancora: c'è una squadra che si sta occupando della scenografia, cioè dei manifesti da affiggere, dei fiori. Infine il coro, composto da duecento elementi, diretto da monsignor Fabio Trudu, professore di liturgia alla facoltà di Teologia, canonico della Cattedrale e vice parroco a Decimomannu. Stanno preparando ventidue canti, venti accompagnati dall'organo (suonato da Andrea Sarigu), due dalle launeddas (è una rarità), Deus ti salvet Maria e Goccius de beni beniu po Papa Franciscu , scritto da un giovane di Narcao, Pierpaolo Falqui, che inizia così: È Casteddu a festa bistia, unu babbu po essi arriciu . La messa durerà un'ora e mezza (con l'Angelus), centomila ostie sono state preparate dalle monache sacramentine (in clausura in via San Giovanni). Il vino è regalato dagli studenti di Enologia. Il Papa ha voluto che i doni offertoriali fossero portati da una famiglia: saranno i Congiu, di Assemini, papà, mamma, due figli e la nonna.
La Questura segue ogni passo e fa controlli continui, prefettura, vigili urbani e tutte le forze dell'ordine sono in servizio permanente. La Regione spende 600 mila euro, il Comune oltre 200 mila, non si sa quanto stanno dando i singoli. Diverse banche hanno versato denaro, aziende private forniscono acqua e aiuto, le donne si metteranno ai fornelli: manderanno pane, dolci e maialetto arrosto per il pasto di Francesco.
Cristina Cossu