Rassegna Stampa

web cagliaripad.it

Nuovo look per il carcere di Sant’Efisio. Riaperti i passaggi sotterranei

Fonte: web cagliaripad.it
27 agosto 2013

Via ai lavori nella chiesa di Stampace. Ripavimentato il sagrato e restyling della cripta. Sarà ripristinato il collegamento tra altare maggiore e grotta sottostante. Polemico il presidente dell’Arciconfraternita: “Fate in fretta, qui crolla tutto"

Ennio Neri,
e.neri@cagliaripad.it


 


Nuovo volto per piazza Sant’Efisio e per l’antico carcere del martire guerriero. Il sagrato della chiesa sarà rinnovato offrendo un contributo importante alla riqualificazione di Stampace. E torna alla luce l’antico collegamento, chiuso più di 20 anni fa, tra l’altare maggiore e la cripta sottostante, presto riqualificata e messa in sicurezza, per garantire la fruibilità e l’accesso sicuro a turisti e pellegrini devoti al santo più venerato in città.

Tutto coi nuovi lavori finanziati (e recentemente approvati) dal Comune: 400 mila euro per recuperare il cuore pulsante della religiosità popolare cittadina, grazie a un intervento delicato che ha già ottenuto il via libera della Soprintendenza. La chiesa di Sant’Efisio, restaurata d’urgenza dopo il rischio crolli del 2010, si presenta oggi in buono stato di conservazione. Restano alcuni problemi. Perché una volta conclusi i lavori di consolidamento statico e di restauro (urgenti e inderogabili), si decise di rinviare a una fase successiva il completamento dei lavori su carcere, sagrato e sui dettagli architettonici e le superfici decorate dell’edificio, per non interrompere la tradizione di Sant’Efisio e della sua celebrazione del 1° maggio, in virtù dello scioglimento del voto (la processione a Nora del simulacro del santo che va avanti dalla fine del ‘600) caro ai cagliaritani. Il clou dell’intervento riguarda il restyling del “Carcere del Santo” e cioè la cisterna del periodo punico – romano, ritenuta luogo della prigionia del martire, prima del trasferimento a Nora. Attualmente il carcere è visitabile, con accesso da via Sant’Efisio, tramite una ripida scala, con scarse condizioni di sicurezza. Il carcere sarà restaurato, tramite la pulizia di pareti, volta e pavimento, la loro protezione e l’eliminazione di tutti gli elementi incongrui (cemento e materiali vari) e dell’attuale impianto di illuminazione di emergenza, funzionale ma realizzato con lampade al neon e cavidotti di plastica molto impattanti. Sarà inoltre ripristinato l’antico collegamento interno con la chiesa (il varco si trova a sinistra dell’altare maggiore), chiuso nel 1987, coperto con una lastra in cristallo calpestabile e apribile: sarà quindi possibile vistare la cripta accedendovi anche dall’interno della chiesa, pur mantenendo l’accesso anche da via Sant’Efisio.


L’antica scala scavata nella roccia sarà pulita e su questa sarà poggiata una nuova scala in lamiera tipo Corten larga 90 cm, “tale elemento”, spiega il progetto, “sarà semplicemente poggiato, l’intervento è quindi totalmente reversibile”. L’obiettivo è mantenere a vista, per quanto possibile, la pietra sottostante e garantire la discesa sicura, senza che il continuo calpestio stressi gli antichi gradini, accelerandone il degrado. Gli attuali corrimano in ferro saranno sostituiti da elementi a in acciaio inox, che conterranno alcuni corpi illuminanti a led. Verrà poi posizionato un percorso composto da pedane in legno amovibili (anch’esse rivestite in lamiera corten), per definire il percorso di visita alla cripta e evitare il calpestio continuo sul pavimento in roccia. Infine verrà completamente rinnovato l’impianto elettrico e di illuminazione, realizzato con cavi del tipo in uso nei restauri monumentali. Il restauro sarà completato con la predisposizione per l’inserimento di un dispositivo audiovisivo, destinato a illustrare la storia e l’architettura del sito.


Novità anche per il sagrato davanti alla chiesa (piazzetta Sant’Efisio). La pavimentazione in mattonelle di cemento sarà rimossa e sostituita con lastre di calcare di colore chiaro, conformi a quelle della balaustra. Verranno sistemate due “panchine” (semplici blocchi monolitici in pietra) accostate al muro di contenimento e alla facciata dell’oratorio, con gli angoli smussati per esigenze di sicurezza e collocate in modo da non ostacolare i flussi e i percorsi legati alla festa del Santo. La balaustra, in pessimo stato di conservazione, sarà restaurata: sia le lastre che le inferriate. L’intervento sarà completato dall’inserimento di nuovi corpi illuminanti a pavimento e sui cornicioni esterni della chiesa. I corpi illuminanti saranno raddoppiati, ma l’intensità della luce sarà ridotta per dare un’immagine più “soft” di quella attuale all’aspetto notturno della chiesa e della piazza. Verranno anche curate le parti rovinate delle cappelle interne, della facciata e dell’oratorio.


Il presidente dell’Arciconfraternita del Gonfalone, l’antico sodalizio che tramanda il culto del santo, esulta ma è ancora preoccupato. “Siamo in attesa da tre anni”, spiega Mario Maffa, “qui sta cadendo tutto, sia in chiesa che nel salone dell’Arciconfraternita, dove c’è la biblioteca e l’archivio che contiene documenti del ‘600 e del ‘500. Io sto resistendo perché voglio bene a Sant’Efisio, ma la tentazione di tenere la chiesa chiusa è forte, anche perché”, conclude, “il Comune non ci dà nessun aiuto”. E poi la minaccia: “Spero solo che non chiedano di fare i lavori a maggio o aprile in concomitanza con la festa”.