Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sant’Elia, un passo avanti ma i tempi si allungano

Fonte: La Nuova Sardegna
2 agosto 2013

Diplomazia al lavoro per trovare una casa ai rossoblù, lunedì un nuovo vertice Difficilmente lo stadio potrà essere di nuovo agibile prima della fine di ottobre

CAGLIARI»AVVIO IN SALITA




CAGLIARI Dalle rassicurazioni della municipalità al disappunto della Giunta regionale. Al centro, il rientro al Sant’Elia e una convenzione che piace a metà. Di fatto, sulla questione stadio, le sorprese non hanno fine. E la rabbia dei tifosi, pure. Così, mentre l’Udinese dopo due mesi ha chiuso la pratica per la costruzione del nuovo impianto, in città il Cagliari è sempre in mezzo al mare. O meglio, ri-confinato a Trieste. Che poi, giri voce di un ribaltone da incubo quale sarebbe quello sul rientro all’Is Arenas di Quartu, è roba da mani nei capelli. I fatti. Ieri, l’incontro convocato dal presidente Cappellacci a Villa Devoto si è tenuto senza l’amministrazione. Con un botta e risposta tra Zedda e Cappellacci. Per il Cagliari c’erano gli ingegneri, Marongiu e Rossi, il vice presidente Pinna, gli avvocati Ballero e Altieri. La Regione ha partecipato con i capi di gabinetto Lai e Tavolacci. “Lunedì ci ritroviamo, potrebbe essere la riunione decisiva. I nodi? Vorremmo prendere in carico lo stadio con i lavori eseguiti” dice Giovanni Domenico Pinna. Rimane il nodo autorizzazioni. Mentre dal punto di vista tecnico si va sui “tunnel per l’accesso degli spettatori” dice Mario Marongiu. Intanto, su social network e siti la tifoseria – legittimamente – esprime forti dubbi. Il campionato è alle porte. E l’auspicato ritorno a casa pare distante. Difficile capire come e in che tempi si possa vedere il Cagliari al Sant’Elia. Nella bozza di convenzione l’ingorgo rimane. Intanto, pare sia saltato il passaggio che definiva il Sant’Elia inagibile: la squadra è andata via nell’aprile 2012 dopo la chiusura di distinti e curve. Difficile capire come si possano riassestare in tempi utili per la serie A. Inoltre, ci sono problemi anche sui molteplici e lunghi lavori a carico del club e su quelli in capo al comune. Anche la concessione per un anno sarebbe insoddisfacente. Mentre la società rilancia con i denari – nella casse comunali per il restyling dello stadio ci sono 500mila euro – indispensabili per la riapertura dell’impianto. Ma è spinoso – Is Arenas docet – anche il tragitto legato alla presentazione da parte del comune dei progetti al Coni e alla Commissione di vigilanza. Insomma, bagarre. Con la clessidra che scorre implacabile: il 17 agosto il Cagliari gioca il terzo turno di coppa Italia a Trieste. E sarà in terra giuliana anche per le gare con Atalanta (25 agosto), Sampdoria (22 settembre) e Inter (29 settembre). Dal match interno con il Catania (20 ottobre) si sperava in un addio del “Nereo Rocco”. Ma difficilmente, visto l’andazzo, sarà possibile. Una sberla per i supporters, bistrattati e sotto scacco. Peraltro, i pezzi pregiati, intuiti gli stessi disagi dell’anno scorso (senza stadio nè pubblico, lontani da casa tutte le domeniche) potrebbero salutare. Ed è inutile che, per ora, Cellino blindi Astori e Nainggolan. Poi, la squadra per stare in A deve fare da subito punti in casa. Ma è dura partire bene se si gioca a mille chilometri da piazza Yenne, con duecento sostenitori e qualche bandiera a fronte delle migliaia avversarie. Come è accaduto a Trieste o a Parma. Mario Frongia