Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Bocciato il patentino delle discriminazioni

Fonte: La Nuova Sardegna
2 dicembre 2008

MARTEDÌ, 02 DICEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Pari opportunità. I giudici del Tar annullano il concorso per l’assunzione di due vigili urbani a Sinnai



La consigliera di parità: «La pretesa era che i candidati sapessero guidare la moto»





di Sabrina Zedda
CAGLIARI. La discriminazione tra uomo e donna è anche chiedere come requisito, in un concorso pubblico, la patente per le moto. A questa conclusione è arrivato il Tar Sardegna che, con una sentenza senza precedenti in Italia, ha accolto un ricorso della Consigliera di parità, Luisa Marilotti, contro il comune di Sinnai che, qualche mese fa, aveva bandito un concorso per due vigili prevedendo tra i requisiti il possesso della patente A. Una clausola all’apparenza neutra, ma in realtà insidiosa, perché non ha tenuto conto del fatto che a possedere quel tipo di patente sono soprattuto i maschi.
Per vincere la sua battaglia la Consigliera regionale di parità - assistita dall’avvocato Enrico Maria Mastinu, ha proposto un ricorso collettivo - si è presentata davanti al giudice amministrativo con tanto di numeri alla mano: le statistiche, elaborate dall’Istat e fornite dal ministero dei Trasporti, sulla diffusione della patente A tra uomini e donne. Secondo quei dati ‹‹le donne sono in possesso della patente della categoria A solo nel dieci per cento dei casi››. Una prova inconfutabile di quel che in fondo si sa da sempre, abituati come si è al mito dell’uomo-centauro come metafora del vero macho che non deve chiedere mai. Stando così le cose, il Tar non ha potuto che arrivare alle stesse conclusioni di Luisa Marilotti, riconoscendo come fosse fin troppo evidente che a quel concorso avrebbero potuto partecipare soprattutto uomini, mentre alle donne sarebbero rimasti margini davvero ristretti. Un caso di discriminazione, anche se indiretta. E poiché la legge precisa che ‹‹si ha discrimanzione indiretta quando una disposizione, un citerio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri possono mettere o mettono i lavoratori di un determinato sesso in posizione di particolare svantaggio rispetto ai lavoratori dell’altro sesso››, il giudice amministrativo non ha potuto far altro che riconoscere come il bando abbia davvero violato quel diritto delle donne di partecipare al concorso in condizioni di assoluta parità rispetto ai maschi. Da qui l’inevitabile annullamento del concorso e l’intimazione al comune di Sinnai di riaprire i termini di 30 giorni per rifare tutto, questa volta però modificando il bando nella parte incriminata. Tradotto significa che il nuovo concorso non potrà più prevedere come requisito di partecipazione il possesso della patente A. ‹‹Intanto si fa il concorso - spiega Luisa Marilotti - dopodiché i vincitori che non abbiano quel tipo di patente saranno chiamati a fare un corso per ottenerla››. A nulla è valso, per il comune di Sinnai, difendersi dicendo che in realtà non c’è stata discriminazione perché delle 28 domande di partecipazione escluse per mancanza del requistito della patente A solo 17 riguardavano donne. Se quel requistito non ci fosse stato, è l’opinione del Tar, probabilmente le donne avrebbero fatto domanda molto più numerose, e questo mostra una volta in più l’esistenza di una discriminaizone. ‹‹Questa sentenza - dice l’assessore regionale al Lavoro, Romina Congera - crea un importante precedente a livello nazionale e dimostra come la Sardegna sia un laboratorio di lotta contro le discriminazioni››. Plausi alla decisione del Tar arrivano anche dalla presidente dell’associazione Amnistanzia, Ivana Dettori: ‹‹La sentenza - determina un’inversione dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni che non potranno bandire concorsi in cui possano evidenziarsi discriminazioni indirette››. Soddisfatta anche la parlamentare del Pd, Amalia Schirru.