AL MARE. I bagnanti non si rassegnano: la classe politica ha violentato la natura
«Ma siamo fortunati perché abbiamo il mare in città»
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Novant'anni e una vitalità da ragazzina: «Il Poetto non è più quello di un tempo, ce l'hanno rovinato i politici». Ada Pinna, incurante della sua età, aspetta il pullman alla fermata davanti al Lido. Si sistema la paglietta e poggia sulla panchina la borsa del mare. «La sabbia era bianca come la farina, poi hanno deciso di fare il ripascimento. Un errore imperdonabile. Vedere la mia spiaggia ridotta così è un dispiacere enorme». Anna Maria Lecca, settantun anni, si perde nei ricordi: «C'erano le dune altissime, l'arenile era candido. Non avevamo niente da invidiare alle Maldive». Ora delle dune non c'è più traccia, son sparite nell'86, insieme ai casotti, e nel frattempo i granelli chiari son diventati color topo. «Peggio di così non si poteva fare. Quando vidi con i miei occhi i lavori del ripascimento, provai una stretta al cuore. La stessa di oggi che assisto al declino della spiaggia».
Sembra ci sia una maledizione senza fine, il Poetto di un tempo è un ricordo sempre più sbiadito. Intanto mareggiate e implacabili erosioni continuano a rubare pezzi di spiaggia. «Il Poetto non tornerà mai più quello di un tempo. Il ripascimento non era da fare», sentenzia deciso Marco Murgia. «È stato un gesto di violenza inaudita verso la natura, la città e nei confronti di tutti noi cagliaritani». Maria Marchi, 79 anni, rimpiange i tempi d'oro, «quando c'erano i casotti, la sabbia era finissima, l'acqua trasparente». Oggi è tutto diverso. «Il ripascimento è stato uno dei miei più grandi dispiaceri».
Luca Ibba, 33 anni, di Quartu, corre sulla battigia. «Cosa vuole che le dica?», abbozza un mezzo sorriso e rallenta il passo. «Hanno fatto uno scempio, il mare si sta mangiando pian piano tutta la spiaggia. Il ripascimento è stato inutile».
Barbara D'Aquila, direttrice dello storico stabilimento conferma. «Negli ultimi quattro anni abbiamo perso quattro file di ombrelloni», racconta. «Ogni stagione ci ritroviamo con tre-quattro metri in meno di arenile, abbiamo già dovuto eliminare il campo da pallavolo». Gilberto Picasso, responsabile amministrativo, sfodera numeri: «Dal 2002 abbiamo perso 60 metri di spiaggia. Nel 2009 avevamo 12 file di ombrelloni, adesso 8 a destra e 9 a sinistra». Francesca Iannelli, 28 anni, si avvia verso la macchina: «Rispetto a qualche tempo fa la differenza è enorme. L'effetto spiaggia larga voluto dai politici è durato troppo poco». Cassandra Secchi, 63 anni, annuisce: «Hanno rovinato il Poetto».
Marco Piga, 23 anni, ha appena parcheggiato lo scooter. «Sarà pure diverso, ma a me piace ugualmente». Cristina Puddu, quarant'anni, non è dello stesso avviso: «È una scandalo, avevamo una spiaggia meravigliosa, vederla così fa male». Paola Pili, paglietta in testa e sguardo all'orizzonte, è arrabbiatissima: «Guardi, non mi faccia parlare, era un gioiello, hanno fatto di tutto per distruggerlo. Ci sono riusciti». Più diplomatico Francesco Boi, 34 anni: «Sono stati fatti tanti sbagli, ma siamo fortunati ad avere il mare a due passi da casa».
Sara Marci