Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«Hanno avuto paura di andare a casa»

Fonte: La Nuova Sardegna
28 novembre 2008

VENERDÌ, 28 NOVEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari


Il dissidente Businco (Udc) stigmatizza la marcia indietro dei colleghi



«Non è cambiato nulla, l’immobilismo del sindaco resta»

CAGLIARI. «Tutte le contestazioni che avevamo rivolte al sindaco restano», precisa Ettore Businco, consigliere comunale dell’Udc e firmatario del documento di maggioranza che accusa il sindaco Emilio Floris e la sua Giunta di immobilismo: «La città di Cagliari sta vivendo da oltre un anno un vero e proprio deficit di amministrazione». Pochi giorni dopo, però, tutti i gruppi di maggioranza hanno firmato un comuniciato in cui si dichiara «massima e incondizionata fiducia» alla persona del primo cittadino.
Consigliere Businco, come mai questa marcia indietro?
Preciso che io, all’incontro di maggioranza in cui si è deciso l’ultimo comunicato, non ero presente. Perchè è stato fatto? Non certo perchè è cambiato qualcosa. Il problema è che il sindaco ha minacciato le dimissioni e se si dimette il primo cittadino il Consiglio si scioglie. Ecco il motivo: la paura di andare a casa».
E lei?
«Ripeto: io non ho firmato l’ultimo comunicato in cui, tra le altre cose, si manifesta fiducia “incondizionata”: un termine molto pesante e, direi, integralista. A nessuno può essere data una fiducia “incondizionata”».
Lei ha affermato che restano tutte le contestazioni che erano state fatte: può spiegare?
«Il punto di partenza è molto chiaro: poco dopo l’inizio della consiliatura si è capito subito che qualcosa non funzionava come avrebbe dovuto. Sin da subito questa consiliatura è sembrata condizionata dalle future elezioni regionali».
In che senso «condizionata»?
«Nella passata consiliatura, sempre guidata da Emilio Floris, c’era un modo di governare molto più celere di adesso...».
Ma il sindaco lamenta che vi sono ostacoli politici da parte della Regioine e burocratici anche nel comune...
«Suvvia: questi stessi problemi c’erano anche nella passta consiliatura. Eppure il modo di governare era molto diverso. Che cosa è capitato, quindi?».
Già: che cosa?
«Quel che ho detto: l’ombra delle regionali incombe e così l’attenzione si è spostata da un’altra parte; inoltre per candidarsi alla presidenza della Regione bisogna mantenere deterinati equilibri. Sembra quasi una maledizione che la seconda consiliatura non possa essere completata sino in fondo. Lo stesso era capitato per Mariano Delogu, che nel secondo periodo di governo, a un certo punto ha dato le dimissioni per candidarsi a senatore».
Però vi sono anche diversi consiglieri che potrebbero essere candidati per l’assemblea regionale?
«Sì e tra questi ci sono anch’io. Ma il mio ruolo è quello, appunto, di consigliere e non di sindaco.