Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Abbanoa Pioggia di denunce per gli abusivi

Fonte: Sardegna Quotidiano
17 luglio 2013

 

Diciannove cittadini e negozianti che “rubavano” l’acqua sono stati denunciati dai carabinieri. Ma è solo una goccia nel mare degli “scrocconi ”: «Solo nel 2013 a Cagliari abbiamo scoperto 951 allacci abusivi», spiegano da Abbanoa. L’acqua è un bene comune, ma il servizio va pagato. Quando è nata Abbanoa, il gestore idrico unico per la Sardegna, ha ereditato oltre 700milo utenze e da anni sta facendo il censimento di quelle in regola e contemporaneamente dando la caccia agli evasori. Ieri i carabinieri della stazione di Sant’Avendrace, cordinati dal comandante della Compagnia di Cagliari Paolo Floris, hanno denunciato per furto aggravato 19 persone che “scroc - cavano” l’acqua tra Is Mirrionis, San Michele, Sant’Avendrace e Su Planu. In quattordici casi si tratta di appartamenti, distribuiti nelle vie La Somme, Ardenne, Laghi Masuri, Podgora, Carnia, Pasubio, Trincea dei Razzi, Meilogu, Tintoretto, Montanaro, Loni e in piazza Verdun. Le altre cinque utenze fantasma smascherate sono tutte attività commerciali: un negozio di articoli sportivi in via Malfidano, un’offi - cina e un negozio di disinfestazioni in viale Monastir e uno studio fotografico e un ristorante in via Po. La procedura seguita per scovare i consumatori nascosti la spiegano direttamente da Abbanoa. «In seguito ai controlli facciamo i sopralluoghi e quando troviamo gli allacci abusivi facciamo la segnalazione ai carabinieri - spiegano dall’ufficio stampa - anche loro controllano la situazione e, così come è successo per questi diciannove utenti, scattano le denunce perché si tratta di un reato penale». La conferma arriva dal capitano dei carabinieri Paolo Floris. «Come capita per gli allacci abusivi alla rete della corrente elettica, si tratta letteralemnte di furto aggravato, un reato previsto dal codice penale». Ma la denuncia non fa scattare la chiusura dei rubinetti. «Nella maggior parte dei casi si tratta di abitazioni e non si possono certo lasciare i cittadini senza l’acqua, da subito Abbanoa cerca un compromesso per saldare la posizione - spiega il comandante della Compagnia di Cagliari - ma nei casi in cui ci sia un’opposizione e non si trovi l’accor - do, il passaggio successivo è quello dello slaccio». E in questo caso spesso spetta ai carabinieri accompagnare i tecnici di Abbanoa con l’ingrato compito. Il fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa immaginare, quasi venti allacci abusivi scovati in un colpo solo sembrano tanti, ma i numeri danno un altro quadro. «Solo dall’ini - zio dell’anno, a Cagliari città, sono stati registrati 951 casi di allacci abusivi alla rete idrica - spiegano da Abbanoa - spesso è capitato che, dopo una condizione di morosità, si sia arrivati allo slaccio dell’utenza. Ma, di nascosto, o viene manomesso il contatore oppure viene direttamente sotituito con un flessibile, consentendo un allaccio diretto alla rete». E sono migliaia gli utenti in Sardegna che hanno l’acqua che esce dal rubinetto gratis. «I costi per l’acqua non sono legati al bene in sé, ma alla lavorazione, alla rete di distribuzione e a tutte le spese che certi passaggi comportano - precisano dal gestore unico - e chi non paga, commette un’ingiustizia prima di tutto nei confronti degli utenti che pagano». M.Z.

 LA SOCIETÀ TRA DEBITI, PROTESTE E INCHIESTE

Nel 2012 a Cagliari Abbanoa ha censito 79.529 utenze, pubbliche e private, e registrato 1.258 allacci abusivi. Le mancate entrate dovute agli utenti fantasma non sono che briciole in confronto alle centinaia di milioni che la società attende dalla Regione e dai Comuni per la capitalizzazione prevista all’atto della sua fondazione. Ma i problemi che arrivano dall’esterno si sommano a quelli interni, su cui sta cercando di fare luce la Procura che ha aperto un’inchiesta sul buco da 800 milioni. Già il collegio dei revisori dei conti aveva sollevato rilievi sulla gestione economica della società e ora i conti sono sotto la lente della magistratura. Che nei giorni scorsi, col pm Giangiacomo Pilia, aveva aperto un’inchiesta senza iscritti e senza ipotesi di reato. Ma adesso, dopo le audizioni di alcuni testimoni, ha imboccato una strada ben precisa che rischia di far esplodere la società: i restai che stanno per esere contestati sono l’abuiso d’ufficio e il peculato. Alcune risorse sarebbero state utilizzate pr fini diversi da quelli ai quali erano destinate.