Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Colosso senza fondi con 1500 dipendenti

Fonte: Sardegna Quotidiano
11 luglio 2013

LA SOCIETÀ

 

LA CRISI Il 26 luglio convocata l’assemblea dei soci per decidere se e come salvare la Spa: i comuni di Cagliari e Sassari, assieme alla Regione, hanno la maggioranza delle quote. Soldi mai versati n Adesso è ufficiale, l’assemblea dei soci di Abbanoa si terrà il 26 luglio. Sarà forse l’occasione per sciogliere il nodo principale: se e come far sopravvivere Abbanoa, società a capitale interamente pubblico che sconta però il peso dell’i n e rzia della politica. Le quote azionarie sono interamente in mano al pubblico, tra la Regione e i Comuni. Quello di Cagliari ha una grossa fetta, con il suo 18,81 per cento, Sassari conta sul 13,82 per cento. C’è poi viale Trento, con il suo pacchetto del 13,31 per cento, il resto invece è spalmato tra gli altri municipi dell’isola. In teoria, così come precisato all’atto di nascita del gestore del servizio idrico integrato, sarebbe dovuta essere proprio la Regione a versare anche per conto delle amministrazioni pubbliche le famose quote di capitalizzazione. Ma il trasferimento non è mai avvenuto, è rimasto solo sulla carta. E così, si legge nella relazione del 2012 che «ancora non sono state realizzate le capitalizzazioni di start up per 147 milioni», mentre manca ancora all’appello quella per 114 milioni. Non solo, mai pervenuto neanche il fondo di garanzia di 50 milioni per tranquillizzare le banche. Tutte somme stanziate, e quindi scritte nel bilancio, che però materialmente non sono mai arrivate. Montagne di soldi, sempre promesse ma mai trasferite nelle casse sempre più esangui del gestore del servizio idrico, che conta 1500 dipendenti.

Così si capisce meglio perché i residui passivi rimasti sul groppone della società ammontano a 800 milioni. Sono invece 300 i debiti scritti nel bilancio che si sommano con i 500 milioni di crediti accumulati. Soldi da rastrellare dai maggiori debitori di Abbanoa che, guarda caso, sono proprio gli enti pubblici. L’esposizione bancaria è invece di circa 100 milioni di euro, con un interesse che schizza ogni mese del 14 per cento. Senza tutte queste zavorre Abbanoa avrebbe i bilanci in attivo per 33 milioni. Come se non bastasse, oltre alle somme garantite e mai assicurate, la Regione ha scomodato pure l’Unione Europea, per sapere se poteva essere considerato aiuto di Stato la capitalizzazione sottoscritta all’atto di nascita della società. Mossa considerata dai sindacati «inutile e un modo di prendere tempo». Intanto, il parere tanto atteso potrebbe arrivare per fine di luglio ma con agosto di mezzo, del trasferimento dei 187 milioni (comprensivi dei 114 della capitalizzazione ed altre risorse garantite dalla regione) se ne parlerà a settembre.

Oggi il problema principale è come pagare gli stipendi dei 1500 assunti: gli 8 milioni in arrivo dall’Ato serviranno a tappare i buchi fino a settembre, già da mercoledì prossimo potrebbero essere versate le mensilità, mentre per la quattordicesima c’è ancora il dubbio: potrebbe essere saldata a rate, così com’è successo nel 2012. Invece, il futuro di Abbanoa è ancora tutto da decidere: tutto il sistema potrebbe saltare se la politica non si deciderà a fare la sua parte. E la gestione di un servizio importante come l’acqua, questo è i timore che si va diffondendo, potrebbe passare in mano ai privati, con relativo aumento delle tariffe. In barba al referendum che ha stabilito che l’oro blu deve essere dei cittadini. Francesca Ortalli