Rassegna Stampa

web Castedduonline.it

Ornella, la donna coraggio di via Podgora: la sua lotta per la vita

Fonte: web Castedduonline.it
8 luglio 2013

Il personaggio

 



di   Marcello Polastri


 


Un tumore, quel rene "superstite" e la morfina contro i dolori lancinanti.
Ornella Campanella, 46 anni,  corpo esile vivacizzato da alcuni  tatuaggi che esprimono un carattere di scelte forti, abita nelle case popolari di via Podgora.  Civico 3, appartamento di proprietà comunale che la signora Campanella "ereditò" subentrando al contratto del suo caro zio, oramai defunto.
È degna di finire in un libro con interessantissimi dettagli, la vita di questa donna. Sia per le storie che mi ha raccontato, sia per le sue sofferenze prontamente superate. È una storia di coraggio, di sofferenza e di riscatto.
Ed ora, con la una storia d'amore naufragata, con i suoi adorabili 4 figli (il più piccolo dei quali ha compiuto da poco 7 anni), questa donna è disperata. "Non mi aiuta nessuno, non so cosa fare, ne a chi rivolgermi".
"Per continuare a battermi con il   tumore, mi rendo conto di dover chiedere aiuto". Perché quel male la devasta, la costringe "tutti i santi giorni" a prendere la morfina, "a star a letto per ore senza assistenza".
Ci racconta questi dettagli come in una sorta di overdose  confusionale, alimentata dai problemi riguardanti, oggi più che mai, l' appartamento nel quale vive: "è bisognoso di cure" come la salute di Ornella, minata da quella  serie di interventi chirurgici che nel recente passato l'hanno portata in un tour forzato negli ospedali cittadini.
Ed anche l'appartamento che la ospita è stato "operato" più volte, di certo non in modo chirurgico " dagli operai comunali": una casa che ha dunque in comune, con la salute di Ornella, una certa "familiarità".
"Non possiamo vivere in cinque con appena 700 euro, pagare l'affitto, la luce, l'acqua e i farmaci, in via Podgora 3 abbiamo bisogno di assistenza".
Si rivolge dunque alla Asl, Ornella,  "per ricevere - se possibile (?) - una pensione più sostanziosa". Chiede, invece al Comune di Cagliari, il rifacimento del muro della camera da letto: "è fatiscente, tutto bucato. Lo hanno rattoppato 4 anni fa gli operai incaricati dalla scorsa amministrazione comunale per eseguire i lavori nelle palazzine del rione".
"Lavorarono da schifo. Operai che bevevano e che pensavano a far banchetti, anziché lavorare in modo qualificato - prosegue Campanella indicando le macchie di umidità nella sua stanza da notte - e lo dimostrano i risultati visibili nel mio appartamento. È di proprietà comunale e dal comune aspetto risposte. Attendo un intervento". Ogni notte dell'intonaco del muro proverrebbero strani rumori: "è la sabbia forse impastata male che si sgretola e mi sveglia con un rumore che irrompe nel cuore della notte, perché il muro si sgretola e non ho i soldi per ripararlo".
Si concluderà a breve la puntata del nastro viaggio nella casa e nel cuore della storia di Ornella  Campanella, classe 1967, due occhi espressivi che si commuovono di fronte alle domande di un giornalista, soprattutto quando ricorda le poche volte nelle quali ricevette aiuto, "da qualche anima buona".
Un esempio? "Un giorno un signore mi regalò un'auto. Perché mi incontrava spesso sul pullman e soffriva nel vedermi rientrare dalla chemioterapia". "Una donna malata non può far la chemio e rientrare, radioattiva, in un autobus pubblico".
Un racconto che sottolinea un fatto: questa signora ha bisogno di assistenza. È un caso disperato.
"In conclusione io non chiedo molto e si badi: se potessi lavorare non rilascerei questa intervista,  invece perdo pian piano la forza di lottare, non ho più voglia ad esempio di far anticamere per chiedere l'aumento della pensione e il rifacimento del muro della mia camera da letto. Fate qualcosa, prima che quel muro, ennesima delusione, mi crolli addosso".