Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, minacce a pm e prefetto

Fonte: L'Unione Sarda
8 luglio 2013


IL CASO. Due lettere annunciano esposti e petizioni popolari contro “un'operazione politica”
 

Avvertimento anonimo: per S. Elia lo stesso zelo di Is Arenas
Dopo le scritte sui muri dello stadio ecco le lettere anonime. Due. Dietro una sorta di esposto si nasconde un doppio avvertimento, al prefetto Alessio Giuffrida (che ha subito trasmesso le carte alla Procura) e al pm Enrico Lussu. Tre pagine di quaderno scritte a penna con errori di grammatica che paiono voluti per dire, in sostanza: avete fatto le pulci a Is Arenas, vediamo se farete altrettanto a Sant'Elia. Con un'insinuazione: avete voluto favorire il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e boicottare il primo cittadino di Quartu Mauro Contini. Un'operazione politica, insomma. L'anonimo annuncia petizioni popolari ed esposti mettendo insieme cose che insieme non stanno, come il via libera della commissione di vigilanza e la consulenza tecnica che bolla come «abusivo» l'impianto rossoblù.
Le due lettere arrivano quando mancano pochi giorni al deposito dell'altra perizia chiesta dal pm Lussu, quella sui computer sequestrati al dirigente di Quartu Pierpaolo Gessa: materiale importante per ricostruire i contatti fra Cagliari calcio e Comune di Quartu, soprattutto per capire se ci fossero accordi sottobanco nella divisione dei lavori fra pubblico e privato. Nel frattempo si è espresso pure il Tribunale del riesame, dopo il rinvio della Cassazione che, accogliendo il ricorso degli avvocati di Cellino (Giorgio Altieri e Giovanni Cocco) e dell'assessore quartese Stefano Lilliu (Mariano Delogu e Roberto Nati) aveva annullato il provvedimento con cui, il 28 febbraio, era stata negata la revoca degli arresti. I giudici hanno dichiarato inammissibile il nuovo ricorso «per difetto di interesse». Cioè: quando è stata ridiscussa la questione, il 18 giugno, Cellino e Lilliu erano ormai liberi e, per ottenere un'altra decisione sull'arresto, avrebbero dovuto «manifestare direttamente» il loro interesse (per esempio, annunciando una causa per ingiusta detenzione). Il che non è stato fatto, e il discorso si è chiuso lì.
Nel frattempo la situazione sul fronte-stadio è cambiata radicalmente: il Cagliari ha abbandonato Is Arenas per tornare a Sant'Elia, soluzione che, evidentemente, non piace a tutti. Così sono partiti i due anonimi. Ecco quello indirizzato al prefetto, strafalcioni grammaticali inclusi: «Siamo certi che userà lo stesso zelo che ha usato per lo stadio Is Arenas anche per lo stadio Sant'Elia, diversamente saremo costretti a pensare che, in tutta questa vicenda, ci sia stato da parte sua più una posizione politica, cioè favorendo Cagliari nella figura del sindaco Zedda e boiccotando Quartu nella figura del sindaco Contini, che una posizione super partes, perché qualcosa non ci convince. Per il ritorno al Sant'Elia del Cagliari calcio pare non ci sia nessun problema, tutti di comune accordo che in tempi brevi si torni al Sant'Elia, stiamo parlando di uno stadio inagibile e pericolante a rischio crollo. Noi su lo stadio Is Arenas non molleremo perché tutto l'accaduto su lo stadio Is Arenas, un'autentico gioiello, è stato uno sfregio alla città di Quartu e saremo molto vigili al punto che con stesso mezzo, tramite petizione popolare, informeremo il ministro degli Interni chiedendo l'apertura di un'inchiesta per tutta questa losca vicenda. Buon lavoro. N. B.: strano che subito dopo il via libera da parte della Prefettura si pronunci la Procura dichiarando lo stadio Is Arenas abusivo e non smontabile. Come vede giorno dopo giorno lo stadio Is Arenas viene smontato dagli operai con una semplice chiave. Forse nel mal pensare non stiamo esagerando».
In effetti il Cagliari è impegnato nello smontaggio delle parti amovibili. La Forestale da ieri sta, però, monitorando la situazione perché la cosiddetta main stand non sembra rimovibile «con una semplice chiave»: pare che servirà invece un intervento di demolizione.
Maria Francesca Chiappe