Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ortofrutticolo, nessuna alternativa pubblica

Fonte: L'Unione Sarda
1 dicembre 2008

Viale Monastir. Emilio Floris gela gli operatori: «Sono i privati a dover trovare una soluzione»



«Realizzare un nuovo mercato pubblico in sostituzione di quello di viale Monastir è impossibile. L'unica strada percorribile è l'esercizio privato. Spetta però agli stessi operatori individuare un'altra area in cui trasferire la loro attività».
Così il sindaco Emilio Floris sulla vertenza dei 27 concessionari del mercato ortofrutticolo che da ottobre occupano la struttura di viale Monastir per difendere i loro posti di lavoro. «Ci sono degli impegni politici», riprende Floris, «che prevedono di mantenere aperto il mercato fino al 15 gennaio prossimo. Ma ci sono anche problemi di carattere amministrativo, in quanto esiste una notifica del dirigente all'Annona, Sergio Spiga, che revoca le concessioni per morosità e impone lo sgombero della struttura entro il termine (ormai scaduto) del 15 novembre».
L'unica soluzione è dunque prorogare per un po' di tempo, in modo tale da consentire agli operatori di prepararsi ad un trasferimento. «Il problema è ultradecennale», chiarisce Floris, «ed è ovvio che non si possa continuare ad andare avanti in regime di proroga. Si parla di chiusura dal '96 - questo vorrei sottolinearlo - perché sembra quasi che la decisione sia stata presa negli ultimi giorni. Non è affatto così».
Floris si dice disponibile a rispettare l'impegno di tenere aperto fino a gennaio «ma gli operatori devono promettere per iscritto che entro quella data libereranno tutti i box». Non ci sono alternative «e d'altronde dobbiamo salvaguardare anche i diritti di chi ha scelto di trasferirsi nel nuovo mercato di Sestu».
L'errore dei lavoratori è stato quello di non aver pagato per intero il canone mensile. Un anno fa le tariffe erano state aumentate del 195% e i concessionari si erano rivolti al Tar (che però non aveva concesso la sospensiva). In attesa della pronuncia definitiva sul merito della causa amministrativa i concessionari si erano limitati a pagare solo l'equivalente del vecchio canone, senza tener conto della maggiorazione. «A quel punto», spiega Floris, «la revoca delle concessioni per la morosità sviluppata è diventata un atto dovuto». Inizialmente i lavoratori avevano attaccato duramente (anche sul piano personale) il dirigente all'Annona Sergio Spiga. Il sereno è tornato solo di recente, quando tutti hanno finalmente compreso che il dirigente si è limitato solo ad applicare la legge. «Anche volendo», ha fatto sapere Spiga, «non avrei potuto agire diversamente». (p. l.)

01/12/2008