Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Baretti, il sì della Procura: sbloccati i primi cinque

Fonte: La Nuova Sardegna
3 luglio 2013

POETTO»IL DISSEQUESTRO 
 
Il pm Porcu ha chiesto al gip di togliere i sigilli alle aree utilizzate dai chioschi Ora i titolari potranno chiedere l’ok al Comune per rimontare le strutture 
 

 
 
 
 
 



CAGLIARI Si apre la fase due della vicenda baretti del Poetto: il pm Gaetano Porcu ha dato l’ok al dissequestro degli spazi di spiaggia in cui si trovavano cinque dei chioschi abusivi costretti alla demolizione dall’ordinanza comunale. Sono il Corto Maltese, il Miraggio, il Calypso, la Dolce Vita e il Capolinea. Dopo lo scontato assesnso del gip, nel giro di qualche giorno i titolari degli esercizi commerciali potranno chiedere agli uffici del Comune una nuova autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico in base alla leggina regionale, quella che doveva fermare la demolizione e che è servita soltanto a perdere altri due mesi di tempo. Una volta incassato il via libera dal municipio i chioschi potranno essere rimontati e attrezzati per una stagione che a quel punto sarà dimezzata. Sempre meglio di niente. Entro il 31 dicembre i cinque nuovi baretti e quelli che seguiranno dovranno chiudere l’attività e smontare nuovamente le strutture. L’anno prossimo, c’è da giurarci, la storia si ripeterà. Per una serie di ragioni evidenti a chiunque abbia esaminato con un po’ di attenzione gli aspetti legali della questione. Il piano di utilizzo del litorale, che doveva essere pronto e operante alla fine di quest’anno, è in mare altissimo. La proposta elaborata e approvata dal consiglio comunale è stata bocciata dalla Regione per motivi ineccepibili: prima di realizzare qualsiasi volumetria nella fascia entro i trecento metri dal mare è indispensabile che il Comune preveda quella volumetria del piano urbanistico. E’ necessario quindi che lo strumento di pianificazione venga adeguato al piano paesaggistico regionale, perché qualsiasi nullaosta in contrasto con il Ppr sarebbe illegittimo. E’ un po’ la stessa questione aperta su Tuvixeddu, solo che qui non c’è un sito archeologico ma un’area comunque delicatissima dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Fino a quando il comune non avrà adeguato il Puc al Ppr, come prevede il Codice del paesaggio, qualsiasi intervento sull’arenile sarà vietato. Ma di questo si parlerà più avanti. Per ora la tardiva operazione di smontaggio accettata dai titolari ha salvato almeno in parte la stagione commerciale, con buona pace di chi ha considerato il marginalissimo problema dei servizi di ristoro sulla spiaggia come un problema della città. (m.l)