Trenta ettari per iniziare, per i novecento totali si vedrà in futuro. Una mini zona franca doganale, dal costo di dieci milioni, già proposta dall’Au - torità portuale alla Regione e all’assessorato all’Industria. I denari sonanti, non spiccioli, servono per mettere in piedi tutta una serie di strutture, indispensabili per creare un’area vantaggiosa sotto più punti, economicamente parlando. «Il recinto c’è, va allargato, poi dovremo realizzare edifici per la Guardia di finanza, mettere delle telecamere a infrarossi e i vari sottoservizi. I vantaggi sarebbero i dazi doganali sospesi, qualunque merce costerebbe solo quando esce, non quando resta ferma qui - dice Piergiorgio Massidda, presidente dell’Autorità portuale - e poi saremmo in territorio extra Schengen, dunque non si pagherebbero soldi aggiuntivi. La Camera di commercio si è detta pronta a investire sul progetto di una zona franca doganale a dimensioni ridotte, sarebbe uno step iniziale verso la zona franca fiscale integrale », aggiunge Massidda. Il direttore generale di Contship, Franco Cupolo, dice che «le agevolazioni fiscali potrebbero permettere di localizzare le imprese. Meglio un gettito fiscale basso che inesistente». All’orizzione anche la novità delle Zes, le zone economiche speciali: «Una via di mezzo tra zona franca doganale e zona franca fiscale, stiamo studiando quest’ipotesi », avvisa Massidda, che fornisce dati in aumento nel traffico merci del porto: «14,5 per cento in più rispetto ai primi cinque mesi dell’anno scorso, la Contship ha trasportato 270mila teus, unità di misura dei container. E la Grendi nel primo semestre segna un sette per cento in più sul 2012. Siamo il terzo porto italiano per tonnellate di merci arrivate, il 94 per cento in più in un anno». P. R.