Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sfila l'orgoglio omosessuale

Fonte: L'Unione Sarda
1 luglio 2013

Raduno alle 16,30 alla prima fermata, chiusura alle 20 all'ospedale Marino

 

Al Poetto attese diecimila persone, il doppio del 2012

 


Se l'anno scorso fu una prima col botto - cinquemila persone dietro i due carri dell'organizzazione, il Poetto invaso da un corteo arcobaleno - la seconda edizione del “Sardegna Pride” punta a fare ancora meglio e raddoppiare i numeri: «Aspettiamo diecimila persone, questa sarà la manifestazione dell'orgoglio di tutta l'Isola», dice Carlo Cotza, portavoce dell'Arc, abbreviazione di arcobaleno.
L'orgoglio in questione è quello della «comunità lesbica gay bisessuale, transessuale, transgender, intersessuale e queer», anche se è un errore pensare che oggi sul lungomare si ritroverà solo la fetta di mondo non eterosessuale: «Sarà una festa, un momento di libertà e pace aperto a chiunque, un corteo politico denso di significato», spiegano gli organizzatori della sfilata che quest'anno conterà tre carri e inizierà alla Prima fermata del Poetto (raduno alle 16.30) per finire intorno alle 20 davanti al vecchio Ospedale Marino.
EVENTI DA 40 GIORNI La differenza rispetto al 2012: «Quest'anno sarà il Pride di tutta l'Isola, l'anno scorso la cosa era più ristretta, era una manifestazione della città. Stavolta abbiamo coinvolto tante associazioni sarde», spiega Cotza. Il corteo non è che l'atto conclusivo di quaranta giorni di mostre, dibattiti e appuntamenti culturali del “Queeresima”, che ha come primo obiettivo quello ricordato nel lungo documento politico scritto (in italiano e in sardo) dai padri della manifestazione: «L'omofobia e la transfobia siano finalmente ricondotte a un crimine di odio, e non restino nella sfera delle opinioni personali».
LA POSIZIONE DEGLI ENTI Traguardo importante su cui anche il Comune, insieme alla Provincia di Cagliari, ha garantito il patrocinio, gratuito ma altamente simbolico. Non è un caso che il sindaco Massimo Zedda, come lo scorso anno, abbia annunciato la propria presenza. A differenza del sindaco di Roma Ignazio Marino che, fresco di vittoria, ha declinato l'invito suscitando più di una delusione. «Il sindaco è coerente, mi aspettavo la sua partecipazione», dice Cotza di Zedda, «avevamo invitato anche Giancarlo Galan», il senatore del Pdl che ha proposto una legge sulle coppie gay, «ma ci ha avvisato che non potrà venire». Il portavoce dell'Arc, rifiuta la classica visione della sinistra unica paladina dei diritti degli omosessuali e della destra eterna nemica dei gay: «Certo, le posizioni più conservatrici, in Italia, sono ancora molto vicine al Vaticano e vedono l'omosessualità come una malattia. Ma tra le persone più giovani del centrodestra noto sempre più spesso un certo imbarazzo nel difendere e sostenere le posizioni dei vecchi politici».
ADOZIONI E FIGLI Poi c'è la questione delle adozioni e - più in generale - dei figli. Che a volte comprende aspetti molto particolari e spesso esclusi dai dibattiti: «Pensate a chi ha un bambino nato da un precedente matrimonio eterosessuale e magari ha difficoltà a introdurlo nella nuova coppia omosessuale».
Oltre alla sfilata di Cagliari, anche a Milano, Bologna, Napoli e Catania si terranno altrettanti Pride, dopo il corteo nazionale di Palermo, uniti dal simbolo “Onda Pride”: «Un segnale che inviamo alla politica», dice il presidente nazionale dell'Arcigay Flavio Romani, «per suonare la sveglia e ribadire nuovamente la richiesta di diritti e di uguaglianza piena che viene da tutto il Paese, da nord a sud. Il mondo ci guarda: il matrimonio gay in Francia, la sentenza della Suprema Corte negli Usa e l'imminente discussione sul matrimonio gay nel Regno Unito sono segnali che la politica italiana non può e non deve ignorare».
FESTA AL CHIRINGUITO E, a proposito di piazze, in quella cagliaritana arriverà gente da tutta l'Isola. Da Sassari partirà un pullman noleggiato dal Movimento omosessuale sardo. Il Ctm, dalle 18 alle 20, devierà il percorso dei propri autobus, che non passeranno più sul Lungomare, per consentire lo svolgimento della sfilata. Le madrine del Pride 2013 saranno le cantanti Rossella Faa e Elena Ledda. Dopo la sfilata, festa conclusiva al chiosco (sul litorale di Quartu) Chiringuito, per «l'autofinanziamento» della manifestazione, che non riceve soldi pubblici ma solo un piccolo aiuto nell'organizzazione, come quello dei vigili urbani che controlleranno il traffico.
IL FLASH MOB Ieri intanto, alcune decine di ragazzi hanno dato vita a diversi flash mob in giro per la città: il Bastione, la Torre di San Pancrazio e l'ascensore panoramico di viale Regina Elena sono diventati dei grandi pennoni su cui issare una bandiera arcobaleno.
Michele Ruffi