Rassegna Stampa

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La città delle chiusure

Fonte: web Castedduonline.it
21 giugno 2013

 


Monte Urpinu, area fantasma: l'ex locale Sesto Senso è il regno del degrado


di  Redazione Casteddu Online


 

 


Da “tempio della musica, del divertimento e dello svago estivo”, da epicentro della movida cagliaritana a luogo oggi spettrale, dove regna l’incuria, l’abbandono e il più totale degrado in un’area che potrebbe essere invece uno dei luoghi di relax alternativo per tanti cittadini. Tra sterpaglie, strutture in legno semi-smontate e parti di arredi abbandonati, è questa l’attuale “carta di identità” dell’ex locale notturno/gelateria/lounge bar “Sesto Senso” (agli albori denominato “Il Pashà” – Gelateria Belvedere), situato nel cuore di Monte Urpinu.

Dalle immagini scattate dal giornalista e fotografo Alessandro Congia, ciò che si intravede percorrendo il Viale Europa, è abbastanza evidente: è un luogo completamente dimenticato da tutti, anche dal Comune di Cagliari, sebbene a poche centinaia di metri lineari, il polmone verde con annessi i laghi per le oche, giochi per i bimbi è preso d’assalto da tanti frequentatori per salutari passeggiate e non solo. Privo di sorveglianza, le aree verdi e adibite alle salubri passeggiate sono inesistenti: al loro posto erba secca, sporcizia, coperture divelte, piattaforme e pedane in legno oramai inservibili

LA CHIUSURA. L’epilogo della vicenda che ruotava attorno al locale all'aperto di Monte Urpinu, (risalgono infatti ad ottobre dello scorso anno gli ultimi fatti di cronaca relativi al Sesto Senso) è abbastanza nota: la musica a quanto pare, andava oltre i decibel consentiti e si ballava, contrariamente a quanto riportavano le  autorizzazioni e le licenze in possesso dei titolari della struttura, data in gestione dal Comune.  Non mancarono le accese proteste degli abitanti del quartiere, che portarono a far scattare i sigilli, con lamentele e denunce dei residenti della zona che accusavano gli ex proprietari di disturbo alla quiete notturna. Ma adesso? Perché nessuno si occupa di recuperare la struttura sistemando l’area e magari pensando ad aprire qualche nuova attività? Se non un locale notturno, non si potrebbe pensare a un piccolo parco per i bambini o per gli animali? La città delle chiusure non sembra lasciare spiragli alla fantasia.
Fotoservizio di Alessandro Congia