Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

L’IDEA DI CELLINO «Voglio il Sant’Elia, si può fare»

Fonte: Sardegna Quotidiano
20 giugno 2013

 

I PIANI Il presidente vorrebbe tornare per sempre a Cagliari nello storico impianto: «Se il sindaco volesse. Faremmo in tempo con i lavori al cento per cento». Ma resta il nodo dei contenziosi

Non è detta l’ultima parola. Il Cagliari, dopo l’esilio forzato a Trieste, potrebbe tornare a giocare al Sant ’Elia anche nella prossima stagione. A dirlo è Massimo Cellino. Ieri mattina, prima del deposito della perizia che mette una croce su Is Arenas, il presidente, davanti all’alternativa tra Quartu e Cagliari era certo: «Meglio il Sant’Elia». Con aggiunta, non di poco conto: «Se il sindaco volesse». Massimo Zedda, però, più volte, ha detto di voler far tornare il Cagliari in città. Forse il problema, come si dice, è burocratico. Cellino è lapidario: «Io rispondo del mio». Come a dire: la società fa tutto il possibile, che lo faccia anche il sindaco. Ulteriore domanda: se arrivasse il via libera di Zedda si farebbe in tempo a realizzare i lavori di adeguamento dello stadio? «Sì, al cento per cento». Intanto è stata resa pubblica la decisione di comunicare alla Lega che il Nereo Rocco sarà l’impianto che ospiterà le partite casalinghe dei rossoblù. Altro dubbio, che sorge anche alla luce dei diktat imposti dalla Lega: si può tornare indietro? «Sì», è la risposta, «non provvisoriamente ma definitivamente ». La strategia del presidente rossoblù quindi sembra delinearsi: prima della scadenza del 20 giugno dà l’indicazione di Trieste, togliendosi così le preoccupazioni per l’iscrizione al campionato. Intanto però lavora per un ritorno a Cagliari, al Sant ’Elia, lo stadio per eccellenza. 

LE PERPLESSITÀ IN COMUNE

Le convergenze politiche su questo obiettivo ci sono. Lo hanno ribadito anche Zedda e il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, nel loro ultimo incontro. Ma è necessaria la traduzione in atti amministrativi. Gli uffici del municipio stanno lavorando, da una parte, per risolvere i problemi legati ai contenziosi legali tra Comune e società. Dall’altra per trovare una soluzione sulla modalità di concessione dell’impianto. La convenzione che negli anni scorsi regolamentava il rapporto tra pubblico e privato (con un canone annuale di appena 50mila euro) è stata stracciata. Il quadro normativo, inoltre, è cambiato. Adesso è necessario trovare una formula che non incappi in cavilli legali. La strada più veloce sarebbe l’affidamento diretto, ma bisogna capire in che misura sarebbe legittimo. In caso di risposta negativa si dovrebbe procedere con un bando ad evidenza pubblica, con tutte le lungaggini che ne conseguono. Lo scoglio più grosso da superare resta comunque quello della battaglia giudiziarie tra i due protagonisti. In tribunale è depositata una richiesta di risarcimento, presentata dai legali di viale La Playa, per 25 milioni di euro: soldi che la società sostiene di aver investito per interventi sullo stadio dei quali non si sarebbe dovuta fare carico. Il Comune, dall’altra, si fa forte di una sentenza di primo grado che ha portato al pignoramento di due milioni e mezzo di euro dei diritti televisivi. Soldi che Sky avrebbe dovuto versare ai rossoblù che invece sono bloccati dal Comune. Un debito, riconosciu- to dai giudici, che risale agli anni nei quali Cellino nemmeno era presidente. Ma su questo punto il sindaco sembra indisponibile (o impossibilitato) a transigere: è difficile che l’ufficio legale dia il via libera alla rinuncia, in tutto o in parte, a una cifra che viene data per acquisita, anche in virtù di una sentenza provvisoriamente esecutiva. Sugli altri soldi che Comune e società si contendono si potrebbe trovare anche una soluzione, questa la linea più volte ribadita dal primo cittadino, ma sui diritti Sky c’è poco margine di manovra. E deve essere applicato, fanno sapere dal Comune, il regolamento per la concessione degli impianti sportivi comunali, che prevede l’esclusione dei morosi. E il Cagliari, stando alle carte, è moroso. Quindi non potrebbe accedere all’impianto. Gli ambasciatori sono al lavoro: se è vero che l’obiettivo unico di società, Comune e Regione, è quello di riportare i rossoblù in terra sarda, questo è il periodo in cui devono essere trovate le soluzioni. Massimo Cellino ieri ha aggiunto: «Io rispondo del mio». E passa la palla a Zedda.

 

Enrico Fresu