Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

“Movida” alla Marina, tornano gli striscioni Ma il rione si spacca

Fonte: L'Unione Sarda
17 giugno 2013


CENTRO STORICO. Ancora proteste
 

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Nella scalette Santa Teresa nel cuore della notte sono comparsi nuovi striscioni al veleno: “Qui si veglia da lei sindaco si dorme?”, e accanto “Zona sonno limitato dalle h 24 alle 06”. Le scritte nere e rosse spiccano dalle lenzuola penzolanti dai balconi sotto via Manno. La guerra degli abitanti della Marina contro la movida non accenna a placarsi. Chiedono regole e controlli, e accusano l'amministrazione di essere «completamente assente». Il malcontento è diffuso. «Ho messo i doppi vetri, ma non bastano», racconta Enrico Marras. E la moglie aggiunge: «La notte sono costretta a prendere le gocce». Marina Loddo rincara la dose: «Ormai vivere qui è diventato impossibile. Non si dorme più, e nessuno fa niente».
La protesta corre tra le viuzze che attraversano il quartiere e si scatena pure sul web. «L'amministrazione è negligente», si lamentano. Nel 2009 un gruppo di residenti ha dato vita al comitato “Rumore no grazie”, ora sono oltre 200 i gruppi familiari che ne fanno parte. E hanno anche un sito internet. «Non riuscire a dormire in casa propria è inaccettabile», protesta Omero Secchi. «Guido un'ambulanza, se non riesco a riposare rischio anche per il mio lavoro». Maria Laura Ferru è la più agguerrita: «Non apro la finestra da un anno», racconta. E attacca: «Le carenze amministrative del Comune alimentano i conflitti tra noi residenti e i pubblici esercizi».
Nel calderone finisce pure la piazzetta San Sepolcro. «Era l'unico spazio in cui i bambini potevano giocare», spiega la Loddo. «Ci è stato tolto pure quello per far mettere i tavolini ai locali». Davide Siddi, titolare di Neverfull, si difende: «Lo spazio è stato regolarmente autorizzato, i nostri tavolini occupano uno spazio piccolo».
Ieri mattina un tappeto di bottiglie di birra e lattine tappezzavano le scalette di piazza Dettori. «È così ogni mattina, siamo stufi», si lamenta Stefano Marongiu, residente e vicepresidente del comitato. «Chiediamo regole e controlli quotidiani. E poi che venga rispettato il nostro diritto di vivere e dormire a casa nostra».
John Di Girolamo esce dal coro: «Io abito in piazza Savoia e riesco a dormire tranquillamente». Marco Salis, titolare di Prima classe, in via Sardegna minimizza: «Non è che ci sia tutto questo chiasso, tre anni fa la Marina era morta ora ha ripreso a vivere». (sa.ma.)