Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'isola pedonale divide il Corso, i favorevoli tutti nella prima parte

Fonte: L'Unione Sarda
12 giugno 2013


STAMPACE. Pareri contrastanti sullo stop alle auto a partire dal 5 luglio
 

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La pedonalizzazione spacca il Corso in due: nella parte più larga, quella affacciata su piazza Yenne, fa incetta di consensi, in quella stretta commercianti e ristoratori bocciano la chiusura al traffico. L'annuncio del Comune agita gli animi nel vecchio quartiere. A riavvicinare le estremità una richiesta unanime: «La strada ha bisogno di servizi».
Dopo l'esperimento dell'estate scorsa, dal 5 luglio l'amministrazione riporta a Stampace i divieti alle auto: il venerdì e il sabato, dalle 20 e trenta alle tre. Manca ancora l'ordinanza che darà l'ufficialità alla decisione della commissione Attività produttive del Consiglio comunale, ma sarà così sino ai primi di settembre. «Non sono assolutamente d'accordo, ci penalizzerà», commenta Monica Sailis, titolare del ristorante Monica e Ahmed. «L'anno scorso non passava nessuno, prima di pensare alla pedonalizzazione dovrebbero sistemare la strada. L'asfalto è pieno di buchi e l'illuminazione insufficiente». Anche a Roberto Cinus, titolare di Crackers, la scelta di Palazzo Bacaredda non piace: «Non sono favorevole, ci danneggerà sicuramente. Con la strada in queste condizioni non ha senso».
BIDONI DEI RIFIUTI E TOPI Nemmeno la possibilità di mettere i tavolini fuori durante il weekend - questa è la novità messa nero su bianco in via Roma - gli fa cambiare idea. «Non posso far mangiare i clienti tra i bidoni dell'immondezza». Antonio Olianas, titolare del bar Il cigno, gli dà man forte: «L'asfalto è in condizioni pietose, e a una certa ora sono costretto a chiudere perché arrivano i topi. Altro che pedonalizzazione ci sono cose più urgenti».
SCHIAMAZZI E SPORCIZIA Salvatore Maffei, residente, si accoda: «I problemi sono altri, gli schiamazzi sino a tarda notte e la sporcizia. L'anno scorso la via era un mortorio». Marina Pinna, titolare di Capitolo 2, vede il futuro nero: «In questo momento di crisi chiudere la strada significa dare il colpo di grazia alle poche attività che resistono». Emilia Veiceschi, residente, non è da meno: «Sono contrarissima, la strada morirà». Rossella Ruiu esce dal coro: «Favorevolissima, qui le macchine non c'entrano niente».
A MARINA E CASTELLO FUNZIONA Nel primo tratto del Corso si respira aria diversa. E commercianti e ristoratori mettono a punto il programma di intrattenimento serale in vista della chiusura notturna. «Mi auguro che diventi totalmente pedonale», dice Giulio Deplano, proprietario del bar Oblomow. «Solo con le serate si può attirare la gente». Manuele Frongia, proprietario di Mayor preep, è ottimista: «Alla Marina e a Castello l'esperimento è riuscito, ci sono tutti i presupposti perché funzioni anche nel Corso». Al civico 121, c'è “Vanità intima e oltre”, Ornella Porcella, la titolare, si dice soddisfatta dell'esperimento iniziato l'anno scorso: «Ho lavorato di più. I clienti che passeggiano poi entrano e se ho fortuna acquistano. Chi passa in macchina difficilmente si ferma». Favorevole anche Giorgio Pisano, commerciante: «La pedonalizzazione dà visibilità alla strada».
Sara Marci