Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Sommerso dalle fogne la maxi causa di un imprenditore

Fonte: Sardegna Quotidiano
10 giugno 2013

Ambiente

 

VIALE PULA Carlo Rais è un costruttore di barche, la sua azienda è accanto allo scarico delle acque reflue della città per decisione di Comune e Regione. Chiede un risarcimento di sedici milioni n È l’ultimo maestro d’ascia cagliaritano. Dal 1990 la sua attività è invasa dagli scarichi fognari della città e da dodici anni, per questo motivo, è in causa con Comune e Regione: chiede 16 milioni di euro di risarcimento. La decisione di costruire un canale di scarico che porta le acque nere dallo stagno di Santa Gilla fino al porto la prendono a braccetto i due enti, nel 1988. Ma senza un depuratore, i liquami inquinano lo specchio d’acqua davanti al cantiere nautico di Carlo Rais, in viale Pula. Il livello dell’ac - qua sale fino a quattro metri, col tempo, e addirittura invade la struttura che ripara imbarcazioni in legno e ferro da quasi un secolo. In questa storia c’è spazio anche per una beffa: per far defluire le fogne cagliaritane da Santa Gilla al mare la Regione ha bisogno di trentatrè chiattini. Sono barchette lunghe cinque metri e mezzo, e chiedono di costruirle, pagandole fino all’ultimo centesimo, proprio allo stesso cantiere navale che poi viene affossato da quegli stessi liquami: il fondale si alza, le barche non possono più arrivare via acqua e Carlo Rais è costretto a farle arrivare dall’alto, con delle gru. «Fino a quando ho potuto, pagando delle società private, sono stato costretto ad alzare i prezzi. Nel 1998 trenta pescatori dello stagno si occuparono, per conto di Regione e Comune, di creare il canale di scarico che mi ha portato sul lastrico», spiega Rais, che oggi ha settantadue anni, pochi denari in tasca e vive con la moglie dentro il cantiere navale andato in malora. «I liquami arrivavano fin dentro il capanno, mi hanno promesso una bonifica, mai effettuata. Oggi sopravvivo, in base al fatturato perso ho fatto i calcoli dei danni », aggiunge Rais, «tra ristrutturazioni mancate e lavoro mancato, alcuni anni fatturavo anche due miliardi e ottocento milioni di vecchie lire». Fin dall’inizio di questa vicenda, l’avvocato di fiducia di Carlo Rais è l’ex senatore democristiano Ariuccio Carta: «La causa ha avuto un iter procedurale complicato, non per volontà di giudici o avvocati, ma perché è iniziata come causa civile, poi passata al Tar, ma una sentenza della corte costituzionale ci ha riportato davanti al giudice civile. Oggi siamo nella fase istruttoria», spiega Carta, «l’au g urio è di concluderla entro l’anno e arrivare a sentenza nel 2014. Inoltre, ritengo che in Sardegna si debbano valorizzare professioni secolari come il maestro d’ascia, il signor Rais è l’ultimo esperto in tutta Cagliari » . Paolo Rapeanu

AFFARI LEGALI LE ALTRE RICHIESTE AL COMUNE

La causa che vede il privato Carlo Rais, proprietario di un cantiere nautico in viale Pula danneggiato “da inquinamento causato da canale di scarico”, trascinare il Comune davanti alle toghe per oltre 16 milioni di euro, è una delle quattro maxi cause, evidenziate dalla funzionaria comunale del Bilancio, Franca Urru, notificate di recente e non ancora valutate dal pubblico. Le altre tre grane giudiziarie sono decisamente più famose: come quella del Cagliari Calcio, l’anno scorso chiede 25 milioni di euro perché sostiene che i lavori del Sant’Elia siano a carico del Comune. La Safab spa vuole 13 milioni per la strada mai creata a Tuvixeddu, tra via Cadello e via San Paolo. Ancora, la De Sanctis spa a gennaio ricorre per 12 milioni e mezzo di euro per i lavori fatti per tirare su parco della Musica e parcheggi interrati.