Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Chimica, poesia e arte,

Fonte: L'Unione Sarda
6 giugno 2013

Cagliari, lo scienziato polacco oggi alle 21,30 all'Auditorium di piazza Dettori

 

Il Nobel Hoffmann a Leggendo Metropolitano

Se fino a oggi avete coltivato il pregiudizio che chimica e poesia siano mondi incomunicabili, non avete ancora incontrato Roald Hoffmann, premio Nobel per la chimica nel 1981. Minuto, con una voce leggera e uno sguardo acutissimo e dolce, ebreo polacco adottato dagli Stati Uniti come «l'ultimo regalo che Hitler ha fatto all'America», leggerà due sue poesie e i versi di “Mobile d'astri e di quiete” di Salvatore Quasimodo. Assicura che lo farà in italiano, questa sera alle 21,30 all'Auditorium di piazza Dettori, ospite d'eccezione di “Leggendo Metropolitano”, il festival di letteratura internazionale che nella sua quinta edizione si misura con il tema dei “Legami”. Qualcosa di più congeniale per un chimico? Hoffmann “legherà” con le parole il pubblico ai suoi versi, alla sua passione per la scrittura e l'arte. «C'è chimica, funziona. Oppure, è il sale della terra, per definire una qualità. Oppure: è una cartina di tornasole. Tutte espressioni - spiega Hoffmann - di uso comune con una radice scientifica».
Già, perché a ben guardare tutto è chimica, anche nell'attrazione e nella repulsione. «La nozione fondamentale è che A più B produce C. Ma è ben più rilevante la seconda nozione: A più B e C più D producono AD più CB». Con un lampo di ironia che accende gli occhi, aggiunge: «Potrei scrivere un romanzo su questo, ma lo ha già fatto Goethe con le sue “Affinità elettive”. Noi dedichiamo buona parte della nostra vita a costruire legami».
Nato in Polonia, 76 anni fa, chiamato Roald in omaggio all'esploratore norvegese Amundsen, quando Hitler invase la sua terra venne rinchiuso con la sua famiglia prima in un ghetto, poi in un campo di concentramento dal quale riuscì a scappare insieme alla madre nel 1939. Dal 1949 vive negli Stati Uniti ma ha sulla sua pelle, incancellabile, l'esperienza di emigrante. Che ha sicuramente condizionato le sue scelte. «Credo di essere stato spinto verso il mondo scientifico proprio dalla mia vicenda umana. È una costante: lo scenario tipico è quello di emigrati che diventano ingegneri, matematici e chimici. Per essere un artista si deve far parte di un circuito».
Per le combinazioni curiose della vita, Hoffmann vince il Nobel «per pura fortuna, potrei citare altre trenta persone che come me potevano conquistare il premio», nello stesso anno in cui lo scrittore di origine bulgara, Elias Canetti, laureato in chimica, vince quello per la letteratura. «La scienza è una parte della nostra vita, anche se qualche volta si dice che un chimico non è romantico. Romantica - assicura - è la galassia come l'ultima particella subatomica». Basta saperle guardare e capire, è semplice. Una molecola non è né buona né cattiva. «Queste particelle non ti possono far del male ma non ti possono neppure guarire. La chimica come le persone ti può aiutare e ti può ferire. Come l'arte anche la chimica fa cose nuove. Il punto delicato è che non sempre gli scienziati si domandano se quello che fanno può essere o meno nocivo».
Scrittore e divulgatore appassionato (alcuni suoi lavori sono stati tradotti in italiano) questa sera Hoffmann intreccerà scienza, arte e letteratura. Ci racconterà anche della Sardegna romana e della passione della sua gente per i bagni, le cui condotte era costruite con una lega di piombo. «Tutto questo è descritto meravigliosamente nel capitolo “Piombo” de “Il sistema periodico degli elementi” scritto da Primo Levi».  (...) il paese dei metalli è da ubriacarsi. È vicino al mare...lo chiamano Bacu Abis... . Anche Levi un sopravvissuto, anche lui chimico.
Caterina Pinna 


Il festival di Prohairesis esplora l'universo degli incroci

Si parte con Bajani e Sanchez
Domani Carrisi e Sterling

Letteratura, ma non solo. Anche lavoro, scienza, economia, scuola, nel festival internazionale “Leggendo Metropolitano”, organizzato da Prohairesis, che prende il via oggi a Cagliari e che avrà come spazio principale il quartiere di Castello. Ad inaugurare la rassegna (via Santa Croce alle 19,30), l'incontro “Riconoscersi nell'amicizia. In ricordo di Antonio Tabucchi”. Andrea Bajani (tra i suoi romanzi “La mosca e il funerale” e “Mi riconosci”) parla dei legami letterari, dell'amicizia con lo scrittore pisano, scomparso poco più di un anno fa. Alle 21 “Oltre il tempo”: Saverio Simonelli incontra Clara Sanchez, scrittrice spagnola che ha raggiunto la fama mondiale con “Il profumo delle foglie di limone”. Alle 21,30, all'Auditorium Comunale, sbarca il Nobel per la chimica Roald Hoffmann (è obbligatoria la prenotazione su www.leggendometropolitano.it).
La giornata di domani si apre con “Il silenzio che unisce” (alle 18, Chiostro Architettura). Duccio Demetrio parla di “cultura del silenzio”, del piacere di re-imparare a riascoltare suoni, voci, natura, nei luoghi in cui viviamo. A questo appuntamento si collega quello di domenica 9: alle 18 (Chiostro Architettura) “A s'abba muda. Appunti sul silenzio”, dedicato ad un rito sardo, legato alla festa di San Giovanni, a Macomer. Fra le protagoniste Nicoletta Polla Mattiot.
Sempre domani, alle 19 in via Santa Croce, primo focus sul tema “scuola”: “Co-stringersi. La scuola inclusiva come risorsa”. Conduce Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Giovanni Agnelli di Torino. Alle 20,30 (via Santa Croce) arriva Donato Carrisi, l'autore italiano di thriller più venduto nel mondo. È anche sceneggiatore di “Nassirya - Prima della fine”, per Canale 5, ed è autore di soggetto e sceneggiatura della miniserie “Era mio fratello”, per Raiuno. “Il legame del male” il titolo dell'incontro. La giornata si conclude nel piazzale Saint Remy, alle 22, con “Legami stellari”: Andrea Possenti (direttore dell'Osservatorio di Cagliari), Paolo Nespoli e Bruce Sterling parlano dei legami con l'ignoto e con lo spazio.