Affidamento per 2 anni anche della cupola annessa allo stadio Sant’Elia. Interrogazione sull’impianto di via Monte Acuto
..CAGLIARI. Bando per gli impianti sportivi comunali diversi dalle piscine: è stato pubblicato sul sito del Comune il 23 maggio e con tutto il corredo di fac simili necessari per presentare la domanda, entro il 30 giugno. In assegnazione ci sono il palazzetto dello sport di via Rockfeller, il campo di calcio e il campo di pattinaggio oltre alle due palestre che si trovano accanto al palazzetto ma danno su via Pessagno, l’impianto di viale Bonaria intitolato a Mario Siddi, la cupola geodetica annessa allo stadio di Sant’Elia, gli impianti di via degli Stendardi (Pirri). Nel bando si precisa subito che le società in gara non devono avere debiti col Comune perché le domande non verranno accolte, l’assegnazione è per il biennio 2013-2014. Le società sportive possono presentare richiesta per tenere allenamenti continuativi, per disputare campionati e organizzare manifestazioni non sportive, attività che entrano nei calendari federali.
Non rientra in questo giro di assegnazioni il palazzetto di via Monte Acuto angolo via Mandrolisai che è al centro di una disputa tra il Comune e il gestore dell’impianto sfociata anche in un ricorso al Tar e tra il Comune e il secondo classificato nella graduatoria stilata nel 2008 al tempo del bando di gara. Sulla vicenda è stata presentata un’interrogazione in consiglio comunale cui martedì prossimo risponderà l’assessore alla Cultura, Pubblica istruzione e Sport, Enrica Puggioni. L’interrogazione è del consigliere di Patto per Cagliari, Pierluigi Mannino, vicepresidente della commissione consiliare Affari generali. La storia, in breve, è questa. Il primo assegnatario (Associazione Sotto il Colle) non ha pagato il canone per tre anni, poi ha concordato col Comune un piano di rientro che è stato onorato solo nelle prime quattro rate. Il dirigente del servizio sport ha fatto ciò che legge prevede, vale a dire lo scorrimento della graduatoria per stabilire se altre società potessero subentrare nella gestione del bene fino allo scadere dell’appalto della durata di nove anni. La società c’era: la seconda classificata (consorzio Monte Acuto), che ha dimostrato di avere ancora i requisiti richiesti nel bando del 2008. Il Comune decide perciò di revocare l’assegnazione dell’impianto alla prima società in favore della seconda. Ma la decisione del Comune non ha seguito, la seconda non entra mai nell’impianto e si arriva al gennaio di quest’anno in cui, a sorpresa, il nuovo dirigente decide che lo scorrimento non può avere corso, si va a un nuovo bando, la seconda classificata è ammessa alla gestione dell’impianto, ma solo finché non ci sarà un nuovo vincitore. Il consorzio Monte Acuto spedisce un esposto alla procura della Repubblica e uno alla Corte dei conti. Il consigliere comunale Mannino presenta l’interrogazione «perché c’è un impianto che dovrebbe produrre reddito – spiega – e invece questo da anni non succede senza che il Comune prenda i necessari provvedimenti. Nell’interrogazione ho chiesto come mai, in presenza di una revoca del dirigente del servizio sport fatta nel 2012, la società avente diritto a subentrare, cioè la seconda classificata nella graduatoria, non riesce a prendere possesso della struttura. Ho chiesto anche se corrisponde al vero il fatto che il bando del 2008 dovesse durare nove anni: perché si fa un nuovo bando prima che scorra il termine? Nella decisione del secondo dirigente del servizio sport si fa cenno a nuovi criteri per l’assegnazione degli impianti sportivi: quali sono? Perché l’amministrazione comunale di fatto ha tollerato questa inadempienza fino a oggi?». (a.s.)
25 maggio 2013