Viaggio nel circuito dei musei e degli spettacoli con le spine stadio e anfiteatro
L'assessore Enrica Puggioni: «La città andrà lontano»
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Il pensiero accarezza «i musei civici, che stanno diventando la nostra scommessa più bella», ma anche «la stagione dei settant'anni dai bombardamenti ci ha dato grandi soddisfazioni». Spunta un sorriso: «Tanto poi arrivano le domande cattive e devo difendermi». Tra una telefonata e l'altra («è un periodo intensissimo perché stiamo preparando le programmazioni estive») Enrica Puggioni traccia un bilancio dei suoi due anni alla guida dell'assessorato che mette insieme Cultura, Musei, Spettacolo, Sport e Istruzione pubblica. «Abbiamo messo tanta carne al fuoco, ora stanno arrivando i risultati». Ma ci sono anche le spine Anfiteatro, stadio, Tuvixeddu: «Arriveranno i frutti del nostro lavoro», assicura dal suo ufficio affacciato su viale San Vincenzo. «I cagliaritani capiranno le ragioni di certe scelte. Crediamo davvero nel bene della città».
Quanto vale la cultura a Cagliari?
«Ha potenzialità incredibili. Storia, musei, arte. Senza dimenticare il bene più prezioso».
Quale?
«La bellezza di un capoluogo sospeso tra i colli e il mare, circondata dalle lagune. Qualcosa di unico».
Peccato che i turisti non lo sappiano.
«Stanno cominciando ad apprezzare la nostra città per la sua bellezza e per l'offerta culturale che può proporre».
Ma i grandi numeri sono ancora lontani.
«È iniziata una collaborazione con l'assessorato al Turismo. Stiamo creando un circuito che renderà Cagliari sempre più appetibile».
Perché i Monumenti aperti non possono funzionare tutto l'anno?
«È un evento particolare e si sta rivelando sempre più vincente. Ma si fa in collaborazione con le scuole: durante l'estate avremmo delle difficoltà».
Sono le iniziative di questo tipo a dare slancio al turismo.
«Proporremo formule simili durante la stagione estiva».
Per esempio?
«Le Notti colorate ripartiranno giovedì 27 giugno e andranno avanti per tutta l'estate. Ci sarà una grande offerta culturale per tutti i gusti».
La Giunta ha avuto frizioni con le associazioni culturali.
«Sta nascendo la Casa delle associazioni, a Pirri, nella scuola di via Zucca. Avrà una sala da 150 posti e le sedi per 25 associazioni. Premieremo i progetti, la qualità artistica delle proposte».
L'Arena di Sant'Elia a che punto è?
«Il 13 giugno riaprirà i battenti col primo spettacolo. Ce ne sono già quindici in calendario. Tanti concerti ma anche cabaret: arriveranno presto altre proposte».
Perché montare e radere al suolo l'impianto ogni anno?
«Perché per ora nasce così, come struttura amovibile».
Avevate ipotizzato di rendere stabile l'Arena anche d'inverno.
«Nel Piano di città c'è il grande progetto del lungomare Sant'Elia, in futuro l'Arena potrà diventare un polo stabile».
Anche perché d'inverno non esiste uno spazio adeguato per i concerti.
«É un problema sempre esistito a Cagliari, con l'eccezione della stagione breve del Jazzino negli anni Novanta».
D'estate c'era anche l'Anfiteatro.
«Ci sarà di nuovo ma su basi diverse».
Quali basi?
«Vogliamo riportare un monumento così importante all'antico splendore».
Il tempo sta correndo veloce: è al terzo anno di chiusura.
«I lavori di recupero e di ripristino sono delicatissimi. Stiamo parlando di un'opera che ha duemila anni. Era stata quasi compromessa dalla cosiddetta legnaia. Gli interventi stanno andando avanti, presto si vedranno i risultati».
Torneranno gli spettacoli?
«Torneranno, ma compatibilmente con la salvaguardia del bene architettonico. Per i grandi eventi ci sarà l'Arena di Sant'Elia».
Non lontano dall'Anfiteatro c'è Tuvixeddu. Anche là il tempo passa.
«Il parco è stato inserito nella rotta dei fenici. Sta per aprire il primo lotto. Diventerà un altro punto di riferimento di Cagliari».
Non vi sembra di investire troppo sui progetti a lunga gittata?
«Gli investimenti a lungo termine cominciano a dare i frutti. Non si può prescindere da un'idea di visione e di programmazione del futuro della città».
C'è la spina stadio.
«Sappiamo che è importantissimo per la tradizione sportiva del capoluogo».
Possibile che non si possa dare una nuova vita al Sant'Elia?
«È quello che vogliamo fare. C'è un concorso di idee, ci consentirà di arrivare alla soluzione più idonea.
Il Cagliari potrà tornare a casa?
«Per il momento si è convenuto - insieme al Cagliari calcio - che la soluzione di riportare la squadra al Sant'Elia la prossima stagione non sia percorribile, anche per il problema dei costi».
Il dialogo continuerà?
«Stiamo lavorando per arrivare a un'intesa che riporti il Cagliari nella sua sede naturale».
Perché avete accantonato l'idea di un nuovo palazzo dello sport?
«Innanzitutto perché avevamo 6 milioni e per un nuovo palazzetto ce ne vogliono 18».
E poi?
«E poi perché abbiamo deciso di intervenire sui sistemi sportivi dei quartieri cittadini».
L'area sportiva di Monte Mixi è in pessime condizioni.
«Nascerà una vera cittadella dello sport».
Come?
«Con la copertura di parte degli impianti delle attuali piste di Skate e pattinaggio. Rifaremo le due palestre, e anche il campo di calcio. Ci sarà una nuova pista di atletica nell'ex campo Coni e interverremo sulla piscina comunale».
E gli altri quartieri?
«In agenda ci sono il campo di calcio di Sant'Elia, quello di via Crespellani, poi la novità Is Bingias. Interverremo sulla piscina di Terramaini. A Is Mirrionis ha preso vita l'impianto polivalente di via Monte Acuto».
A Genneruxi c'è un centro sportivo nuovo di zecca abbandonato da anni.
«C'è un intreccio di questioni burocratiche da risolvere. Se ne sta occupando l'assessorato al Patrimonio. Siamo sulla buona strada».
Il suo assessorato si occupa anche di scuole.
«Gestiamo gli edifici scolastici delle primarie e secondarie di primo grado. Materne, elementari e medie».
Molte cadono a pezzi, quasi nessuna ha l'agibilità.
«Stiamo facendo grossi investimenti sull'edilizia scolastica. Vogliamo anche scommettere sull'autonomia energetica di ciascuna scuola. Sarà una bella sfida».
Giulio Zasso