Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Equitalia lascia i Comuni, posti a rischio nell’isola

Fonte: La Nuova Sardegna
23 maggio 2013

 

I sindacalisti: accuse ingiuste al personale e ora lavoratori in pericolo

    equitalia
    comuni. tributi






di Pier Giorgio Pinna

SASSARI. Dal timore di attentati alla paura di perdere il posto: si annunciano tempi cupi in Sardegna per i 270 dipendenti di Equitalia. «Da anni ci hanno additato, ingiustamente, come i responsabili di riscossioni troppo rigide, anziché accusare i politici che fanno norme sbagliate e gli amministratori degli enti impositori, tutti colpevoli di far lievitare interessi e oneri ai danni dei cittadini - spiegano i sindacalisti - Ma ora che cessano di fatto i rapporti con i Comuni anche nell’isola, perché dovremmo essere noi a pagare tutto il peso del mancato riordino nel settore delle esazioni?».

Passato. In 10 anni il numero degli organici di Equitalia, e della Bps che in Sardegna l'ha preceduta, si è quasi dimezzato. A maggior ragione, oggi impiegati e funzionari non accettano di fare da capri espiatori per carenze e omissioni che non hanno sicuramente contribuito a creare. Mancheranno tuttavia in bilancio i 180 milioni che grosso modo ogni anno la società incassa dai contribuenti sardi per conto delle amministrazioni municipali. Con evidenti conseguenze sul fronte dell'occupazione. Non solo per gli impiegati che si occupano in modo diretto di queste pratiche, ma per tutti i dipendenti.Secondo i dirigenti sindacali, il monte di attività che fa capo ai circa 300 Comuni sardi a vario titolo legati da accordi con Equitalia nell'isola rappresenta infatti il 55% dell’intera mole di lavoro. Ci saranno quindi inevitabili effetti negativi su parecchi settori di Equitalia Centro: contabilità generale, sportelli di cassa, gestione risorse, sistemi informatici, uffici legali.

La storia. Quando nel 2006 è nata la Spa (fin da allora controllata al 51% dall’Agenzia delle entrate e al 49% dall’Inps), gli agenti della riscossione avevano da recuperare nell’isola per conto dei Comuni sardi migliaia di tributi. Ma in genere gli importi non erano elevati. I sistemi imposti dai governi che fino a oggi si sono succeduti a Palazzo Chigi hanno però introdotto more e interessi pesantissimi per chi non rispettava la regolarità dei pagamenti. Un fatto che nell’isola ha innescato una rivolta sociale senza precedenti dopo le aste giudiziarie di tenute agricole, case e aziende, oltre al pignoramento di centinaia di veicoli e altri beni mobili.

Soggetti. Prima di allora solo una minoranza di municipi (47) aveva scelto le alternative consentite: recuperare i crediti in proprio, fare la stessa operazione con società in house o affidare la riscossione a un’azienda iscritta all’albo nazionale dopo una gara. E adesso sono questi Comuni ad avere meno problemi nel caos che si annuncia col prossimo vuoto di gestione.

Allarme. Secondo i sindacalisti di Equitalia, che richiamano in proposito le disposizioni europee sulla materia, non basteranno infatti le convenzioni che l’Anci regionale ha stipulato con Poste e Banco di Sardegna. Perché, spiegano,«al di là dei servizi di tesoreria sarà comunque necessario bandire prima le gare per assegnare in maniera corretta l’attività di recupero crediti». «A ogni modo, per quel che ci riguarda come dipendenti, siamo di fronte alla possibilità di una riorganizzazione con tagli preoccupanti in un clima d'incertezza generalizzato - dice Leonardo Meazza, della Federazione autonoma bancari _ A livello nazionale si parla di esuberi per duemila unità su un totale di 8.240 addetti in servizio. Nel nostro caso di decine di posti in meno: salvo proroghe nei rapporti con gli enti locali, che secondo noi equivarrebbero però a un accanimento terapeutico al buio».

Presente e futuro. «Da luglio non dovremmo così occuparci più di tasse rifiuti, multe stradali, imposte pubblicità, Ici derivante da accertamenti, entrate per l'acqua e le mense scolastiche _ informa Matteo Angius, della Uil _ Così i contraccolpi per il personale saranno pesanti: non a caso l'azienda, anche in Sardegna, sta eliminando la rete sul territorio e lasciando aperti solo gli sportelli». Di questi problemi si comincia a parlare oggi a Cagliari in una prima assemblea dei dipendenti. Altre seguiranno a Nuoro, Oristano, Sassari.

Attese. Oltre che da Fabi e Uil, gli impiegati sardi di Equitalia sono rappresentati da Ugl, Cgil, Cisl, Snalec. «Ma con la spending review e la mancanza di norme adeguate, non è per niente scontato il trasferimento del personale nei Comuni o nelle società che d'ora in avanti si occuperanno di questi crediti», concludono comunque Meazza e Angius. In un quadro nel quale a Equitalia resterà l'ordinaria routine (Erario Statale, Inps, Inail, Camere di commercio, Ordini professionali, Regione) l'attività si ridurrà in maniera drastica. E, salvo nuove deroghe, i dipendenti dovranno mobilitarsi in difesa dei posti di lavoro. Fin da queste ore.