Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Palazzetto Monte Acuto: esposto alla procura

Fonte: La Nuova Sardegna
22 maggio 2013

 

La società concessionaria non paga da anni, il Comune decide di intervenire e dare la gestione al 2° classificato, poi cambia idea: meglio un nuovo bando

  






 

CAGLIARI. Esposto alla procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per un campo sportivo conteso in via Monte Acuto, col Comune arbitro dalle idee confuse. La storia. Un’associazione ha avuto in concessione la struttura nel 2008 per nove anni ma non ha mai pagato il canone per intero e neppure ha completato il piano di rientro concordato col Comune. Il 20 febbraio 2012 il dirigente del servizio sport del Comune spedisce una raccomandata al secondo classificato: per comunicare che, una volta revocata la convenzione con l’Associazione sotto il colle, «è intendimento di questa amministrazione procedere allo scorrimento della graduatoria dei partecipanti al bando pubblico e affidarvi la gestione dell’impianto».

Naturalmente, prima di concedere il piccolo palazzetto di via Monte Acuto angolo via Mandrolisai, bisognava accertare che il Consorzio associativo Monte Acuto sport avesse ancora i requisiti del bando. E anche che fosse disposto ad adeguarsi alla determina dirigenziale sopraggiunta nel 2011 in cui il servizio gestione del patrimonio comunale dava una stima dei valori di locazione degli impianti sportivi municipali. Stabilito che i requisiti c’erano e che il Consorzio avrebbe pagato un canone di 6 mila euro superiore a quello stabilito col bando, nel palazzetto di via Monte Acuto doveva cominciare la nuova era, interamente dedicata al basket e al minibasket. L’11 aprile 2012 una determina (le delibere dei dirigenti si chiamano così) del responsabile del servizio sport revocava la concessione alla società Associazione sotto il colle e affidava l’impianto al Consorzio Monte Acuto sport. Nel documento si faceva la cronistoria : 2009, 2010 e 2011 erano trascorsi senza che la società pagasse il canone, il Comune aveva accordato la rateizzazione precisando che «il mancato pagamento di una sola rata avrebbe comportato la decadenza del beneficio», la società ha pagato le prime quattro rate e basta.

Nella determina il dirigente conclude che si revoca la concessione a favore del secondo classificato e dà tempo cinque giorni all’Associazione per sgombrare il campo. L’Associazione presenta ricorso al Tar. Prima urgente, poi ordinario, il ricorso blocca la decisione del Comune e in via Monte Acuto si continua nell’attività cui si aggiunge anche un punto ristoro. Ma il colpo di scena è il radicale mutamento del Comune, che il 7 gennaio 2013 annuncia di voler revocare l’affidamento al Consorzio Monte Acuto, in “autotutela”, e cita il regolamento sulla gestione del patrimonio e quindi sulla trasparenza degli affidamenti degli impianti. Da qui la decisione del Consorzio di illustrare la vicenda alla procura e alla Corte dei Conti: da anni un impianto risulta occupato e non pagato, perché il Comune agisce in autotutela verso chi è pronto a pagare? (a.s.)