Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Lirico, guerra dopo i tagli

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2013


La Regione dimezza il contributo alla Fondazione: manca un piano di risanamento

Crivellenti: «È a rischio la sopravvivenza del teatro»

L'anno scorso la Regione ha stanziato per il teatro lirico dieci milioni di euro. Poco più dei 9,2 milioni assegnati dal ministero dell'Istruzione attraverso il fondo unico per lo spettacolo. Si tratta del grosso del bilancio del teatro, circa 34 milioni, di cui solo un milione e mezzo arriva dai botteghini.
Quest'anno la Regione ha erogato dieci milioni per sanare il pesante debito patrimoniale ma ha tagliato di 3,7 milioni, il contributo ordinario motivando la decisioen con il fatto che la Fondazione non ha presentato il richiesto piano di risanamento (per il quale sono stati stanziati i 10 milioni) né quello industriale.
Il Pd, seppure con scarsa convinzione, durante la discussione sulla legge Finanziaria (approvata tre giorni fa dal Consiglio regionale) ha presentato un emendamento in cui chiedeva di ripristinare i fondi mancanti. Richiesta respinta dalla Giunta. L'assessore regionale alla Cultura Sergio Milia ha spiegato in Aula che se arriveranno i documenti richiesti, i fondi saranno ripristinati in sede di collegato alla Finanziaria.
«MAI RICEVUTO RICHIESTE» La sovrintendente Marcella Crivellenti, la cui nomina è stata sempre osteggiata dalla Giunta regionale, parla di «inspiegabile decisione che, se confermata, mette a repentaglio la vita di una istituzione culturale che sta faticosamente portando avanti con tenacia una azione di sana ricostruzione, soprattutto economica».
Per la numero uno della Fondazione «l'erogazione del contributo ordinario, oggi dimezzato, non è mai stata subordinata alla presentazione di un piano industriale. È la prima volta», sostiene, «che questa richiesta viene sollevata, peraltro a taglio già disposto» e nonostante, osserva, «la Regione vanti due consiglieri in carica nel consiglio di amministrazione della Fondazione, una presenza che dovrebbe garantirla sul nostro lavoro e su eventuali criticità».
NUMERI CONTRASTANTI Nonostante l'oggettivo insuccesso del festival di Sant'Efisio, Crivellenti sostiene che «nella gestione e nelle prospettive del Teatro non esistono criticità che giustifichino un taglio» e, anzi, sottolinea che «la stagione lirica e di balletto è partita con successo, con oltre 5 mila abbonati e un trend di vendita dei biglietti nettamente superiore agli anni precedenti. Un esempio fra tutti, i 1.480 biglietti staccati per l'Otello». Poi l'attacco alla Giunta: «Chi sosterrà un eventuale taglio al bilancio del Lirico dovrà assumersene le responsabilità e non scaricarle su una dirigenza che, a iniziare dal presidente Zedda, si è spesa come mai prima per dare al Teatro equilibrio, prospettive, credibilità. In ogni caso», conclude, «siamo pronti a presentare a brevissimo un dettagliato e preciso piano industriale».
I SINDACATI Per la Rsu del teatro, che con la Fondazione è ai ferri corti da mesi, dà ragione alla Regione anche se è conscia che il taglio «determina l'impossibilità del Teatro di proseguire nella propria attività e costringe la dirigenza a rivedere programmi e investimenti tenendo conto delle ridotte risorse in entrata». Vero è che, evidenziano i sindacati, «la perdita di vitali risorse economiche è riconducibile a un mai instaurato dialogo con il maggior socio della Fondazione e a non aver mai fornito alla Regione la documentazione, più volte richiesta, necessaria allo sblocco e alla conferma dei contributi già da tempo consolidati». I lavoratori sono pronti a tornare alla carica. «Non intendiamo assistere da attori-spettatori alla nostra morte e a quella della Fondazione», promettono. E annunciano la ripresa della lotta con «tutte le azioni possibili per il recupero del taglio dei contributi».
GIAMPAOLO DIANA Nonostante sia stato tra i firmatari dell'emendamento che chiedeva di ripristinare i fondi, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Giampaolo Diana sostiene che «Milia non ha tutti i torti» e critica sia il sovrintendente («è inadatto») che la programmazione («non all'altezza»). «Oggi il Lirico è alla deriva», attacca. E chiede «un cambio di passo a partire dai vertici che devono presentare un piano che riporti il teatro ai vecchi fasti». Per Diana «è uno dei pochi luoghi in cui si produce cultura ma sta volando troppo basso e non certo per colpa dei lavoratori». «Io faccio una battaglia contro i tagli», conclude, «ma è necessario che chi governa il teatro ascolti i dipendenti».
Fabio Manca