Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'abbraccio ai 4000 turisti

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2013


Servizio di accoglienza: l'entusiasmo dei visitatori inglesi e americani

In centro mamutzones, mostre e degustazioni

Le corna affilate sul capo, il volto annerito di fumo, la casacca di pelle di capra. I turisti sorridono, i commercianti si sfregano le mani. Welcome to Cagliari, stavolta è il caso di dirlo. «Tornerò l'anno prossimo», assicura Doris, cappellino con visiera, slang americano e carnagione chiarissima. «Cagliari is very beautiful», di italiano manco a parlarne, ma si avventura col sardo «ajò», dice con voce grossa e un sorriso simpatico stampato sul faccione lentigginoso.
LO SBARCO IN CITTÀ I quattromila croceristi arrivati in città a bordo della Navigator, gigante dei mari della Royal Caribbean, hanno trovato l'accoglienza degna d'una città finalmente ospitale. Sulle tavole dei ristoranti compaiono i menù con prodotti tipici: venticinque euro - acqua inclusa, vino no - per prosciutto crudo, pecorino sardo, salsiccia, culurgiones, gnocchetti alla campidanese e maialetto arrosto. Ma qualcuno opta per la classica pizza senza confini. In via Sardegna, i tavolini all'aperto della Gobbetta sono pieni, Pierluigi Monni, il titolare, è soddisfatto: «Sto lavorando bene. Iniziative come queste dovrebbero essere fatte più spesso».
LE MASCHERE SARDE A mezza mattina a rompere il vociare multietnico della Marina ci pensano i mamutzones di Samugheo. Si muovono disordinatamente, con fare minaccioso: a scandire lo spettacolo suggestivo come pochi il rumore inquietante dei campanacci di bronzo. I turisti stanno immobili a osservarli, sui volti pallidi lo stupore è palese. «Fantastic», esclama Christine. Poi tira fuori la macchina fotografica dalla busta di stoffa per immortalare quegli strani personaggi figli della Sardegna più antica e selvaggia.
IN GIRO PER IL CENTRO I due tour culturali pensati per l'occasione funzionano, ma non fanno faville. Eppure il prezzo è invitante: 5 euro per la visita al Ghetto e alle Torri Pisane. I più, armati di cartina, preferiscono avventurarsi da soli nelle viuzze del centro storico. Il Bastione riscuote successo, nella terrazza chiara che s'affaccia su Villanova il viavai è continuo. Il panorama suggestivo incanta inglesi e americani, nel frattempo il trenino turistico si fa strada tra il traffico composto di viale Regina Elena. A bordo i posti liberi si contano sulle dita di una mano. Giorgina si avventura sino a Bonaria: «La scalinata è meravigliosa, dentro è ancora più bella», l'italiano è stentato, l'accento fortemente londinese. Keith e Jane si avvicinano con fare deciso alla bancarella con prodotti tipici allestita per l'occasione in via Dettori. Sul bancone miele, mirto e limoncello. «Ma è la crema di Fil 'e ferru ad andare per la maggiore», racconta Luigia Pica, la titolare. La degustazione della fregola sarda riempie il Ghetto, la mostra organizzata nell'ex liceo artistico esalta l'artigianato sardo.
VOCI SARDE E AMERICANE In via Roma i tenore di Oliena allietano coi loro canti arcaici gli ospiti giunti dal mare, mentre sulla scalinata della Cattedrale i tenore de aterùe , tenori di altrove, si cimentano con altrettanto successo nel coro tipico della tradizione pastorale. Americani doc, appassionati del folclore sardo. Il risultato è sorprendente. Tanto che i loro filmati su Youtube hanno raggiunto le 30 mila visite. Alle 18 la nave si lascia il porto alle spalle.
SITI CHIUSI L'iniziativa di Comune, Provincia, Camera di Commercio, Autorità portuale, Cruise Port e Itinerarte è riuscita. Peccato per l'Orto Botanico chiuso, così come Villa Tigellio, l'Anfiteatro e il Poetto privo di servizi e con i chioschi ancora sbarrati. Una cartolina triste per i turisti, e che fa arrabbiare i cagliaritani. Oggi si replica.
Sara Marci