Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I Comuni salutano Equitalia Al via le gare per i nuovi servizi

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2013


Gli enti locali si preparano a stipulare intese con Poste e banche
Chi lo avrebbe mai detto, sono in tanti ad essersi candidati per fare il “lavoro sporco”. Additata come una “bestia nera” per la sua natura di “braccio armato dello Stato”, ha un'eredità che fa gola. Equitalia, un nome che fa venire i brividi a molti e che da luglio sarà solo un ricordo. Almeno per i Comuni, che in Sardegna da mesi stanno giocando d'anticipo per cercare di mettere ordine laddove potrebbe generarsi il caos. Tutto nasce da una legge dello Stato, pensata da Tremonti nella primavera del 2011, che attribuisce ai Comuni la riscossione dei tributi locali, ponendo fine al “regime transitorio” di Equitalia. Tradotto: lo Stato ha imposto agli Enti locali di gestire in proprio l'attività di riscossione. Il passaggio di consegne, originariamente previsto per il 31 dicembre 2012, è stato prorogato dal governo Monti al 30 giugno prossimo. Salvo nuovi rinvii Equitalia dirà addio agli Enti locali.
Alla luce della novità estiva, sono tre i fronti da tenere a mente: i bilanci dei Comuni, la gestione del “coattivo” e i servizi al contribuente. La più pruriginosa delle domande è: a chi verrà affidata ora l'attività di gestione del coattivo? E in senso più ampio chi subentrerà nella riscossione dei tributi? E soprattutto, saranno in grado, gli Enti locali, di tenere il giusto equilibrio tra esigenze di umanità nella riscossione (rateizzazioni) ed esigenze di cassa? Si sa, in tempi di ristrettezze economiche il fisco diventa un'entrata formidabile. Non a caso, per capire l'impatto dell'operazione, domani a Cagliari 200 sindaci incontreranno i vertici dell'Ifel, il centro studi dell'Anci.
LA RISCOSSIONE Al capezzale dei sindaci sardi si sono già fatti avanti numerosi concessionari privati che dal Sud Italia hanno fatto capolino nell'Isola. Soggetti diversi da quelli già presenti in molti Comuni. Pochi i sardi che si sono fatti avanti. Due o tre, rivela Cristiano Erriu, presidente dell'Anci Sardegna. Cosa succederà nel concreto? Che i Comuni dovranno bandire le gare e “aprire” a tutti i soggetti proponenti oppure percorrere la via interna, quella del classico “messo comunale”. Ma solo Arborea, nell'Oristanese, a oggi è attrezzata. Per un semplice motivo: è l'unico Comune dell'Isola ad aver sempre esercitato la gestione del “coattivo” in proprio attraverso messi notificatori e l'ufficiale della riscossione. Difficile quindi che i Comuni si attrezzino in questo senso. «Dovrebbero formare nuovo personale con costi aggiuntivi o, comunque, destinare a quell'attività un dipendente già impegnato in altro», spiega Erriu.
I PROTOCOLLI D'INTESA C'è poi il discorso (meno antipatico rispetto al recupero forzoso) relativo a tutti gli altri aspetti legati ai flussi finanziari e ai rapporti tra comuni e contribuenti. Come per il coattivo, i Comuni dovranno gestire il tutto sempre attraverso le gare. Ma un importante passo in avanti è stato fatto di recente con la firma di due protocolli d'intesa, uno tra Banco di Sardegna e Anci, l'altro tra Poste e Anci. Entrambi, su questo fronte (servizi al cittadino e rapporto con l'ente) si candidano quindi a sostituire Equitalia. Ed entrambi hanno già in mano pacchetti di servizi di tutto rispetto. Erriu dà la cifra politica delle intese, nate per «superare quella visione così rigida di Equitalia nella riscossione dei tributi».
LO SCENARIO COMPLESSIVO Ma se i Comuni sardi si stanno attrezzando per fare gare e stipulare convenzioni in maniera tale da rispettare il termine del 30 giugno, a livello nazionale regna il caos, «al punto che il Governo potrebbe decidere per una ulteriore proroga», spiega Erriu, certo che «stavolta la Sardegna potrebbe essere portata a esempio per gli altri Comuni italiani».
Red. Ec.


La scheda
Società creata
per assicurare
il pagamento
dei debiti
La legge affida a Equitalia l'attività di riscossione di tributi, contributi e sanzioni degli enti pubblici creditori (Agenzia delle Entrate, Inps, Comuni ecc.) che trasmettono alla società l'elenco dei debitori e l'ammontare delle somme da pagare, comprese sanzioni e interessi.
Equitalia su incarico degli enti, dunque, invia ai contribuenti una cartella di pagamento da riscuotere entro 60 giorni dalla data di notifica. Trascorso tale termine, prima di intraprendere le azioni previste dalla legge per il recupero delle somme, Equitalia invia al cittadino un sollecito. Per i debiti fino a 1000 euro non si procede alle azioni cautelari ed esecutive prima di 120 giorni dall'invio, mediante posta ordinaria, di una comunicazione contenente il dettaglio del debito. Se nel frattempo il cittadino non ha provveduto a pagare quanto richiesto, Equitalia è tenuta per legge ad attivare procedure a garanzia del credito degli enti che devono riscuotere le tasse o le multe non pagate.