Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Poetto, nostalgia dei baretti

Fonte: L'Unione Sarda
20 maggio 2013


I cagliaritani non rinunciano alla spiaggia, ma in tanti si lamentano delle “novità”

Seconda domenica senza auto e chioschi: «Scandaloso»

Sguardo severo, fischietto al collo e paletta pronta all'uso. Zona a traffico limitato, dalle 6 alle 21. Poetto, Prima fermata, due agenti della municipale in divisa vigilano sulle nuove regole dell'amministrazione che hanno messo le auto fuori dal lungomare, da Marina Piccola sino al confine con Quartu. Su quattro ruote non si può arrivare in spiaggia. Almeno così dovrebbe essere, perché i furbi non mancano mai e approfittano delle maglie troppo larghe dei controlli. Cartelli e transenne non bastano a fermare gli automobilisti più indisciplinati, e nemmeno la minaccia delle multe.
IL BILANCIO Il secondo weekend col litorale chiuso a chiave sembra un'altra prova generale: sino al D'Aquila la pedonalizzazione funziona, più avanti si vede un film diverso, con troppe auto a zigzag tra pedoni e sportivi della domenica (di corsa, in bicicletta o sui pattini) Le frustate del maestrale non tengono lontani i cagliaritani dal mare. Il sole è tiepido, il lungomare si riempie. La spiaggia è tappezzata da asciugamani coloratissimi. I più temerari si avvicinano con passi timidi all'acqua ancora ghiacciata. Altri si godono il primo assaggio di tintarella. Dalla spiaggia dei centomila si leva un coro unanime: «Rivogliamo i baretti». Cagliaritani e turisti vanno a braccetto, la richiesta di «servizi adeguati per una spiaggia così importante» è condivisa.
VOGLIA DI BARETTI «Il Poetto senza chioschi è uno scandalo», polemizza Paolo Porcu. Poi domanda: «Che senso ha la pedonalizzazione se non ci sono servizi?». Regione e Comune continuano a rimpallarsi le responsabilità, il tempo passa, di aspettare nessuno ha più voglia. Maria Elena Belfiori è infuriata: «Non m'interessa se la colpa è di Zedda o di qualcun altro. Lui è il sindaco, ci rappresenta lui. E con lui me la prendo». Poi continua la passeggiata sulla battigia.
I PARERI I pullman intanto continuano a circolare, il divieto per loro non vale. «Mi sembra un controsenso, la pedonalizzazione dovrebbe essere estesa a tutti i mezzi», commenta Sergio Rossi. «A Cagliari non abbiamo niente, ci hanno tolto anche il Poetto», aggiunge Patrizia Congiu. E Patrizia Ambu rincara la dose: «Cussu picioccheddu si deppiri scirai, si deve svegliare». Giorgio Delli Castelli, milanese, da tredici anni abita a Cagliari. Sulla pedonalizzazione si dice «mediamente favorevole», ma sui baretti ancora chiusi non transige: «Sono profondamente arrabbiato, è assurdo che la politica locale non abbia trovato una soluzione». Cuffiette alle orecchie e aria affaticata, Silvano Addari interrompe l'allenamento: «Così è uno schifo. Per un cagliaritano vedere la sua spiaggia ridotta in questo stato non è accettabile». Paolo Porcu non ha dubbi: «Zedda? Bocciato».
LA SPIAGGIA CHE NON C'È PIÙ Le vele dei surf colorano l'acqua, gli aquiloni fendono l'aria, le palme seguono l'andatura del vento. Un quadretto quasi idilliaco se non fosse per le sedie impilate l'una sull'altra come il mese scorso e quello precedente. Attorno ai baretti ci sono ancora i nastri della magistratura, dentro gli ombrelloni sono chiusi, la porticina di legno sbarrata. C'era una volta il Poetto coi casotti, nel 1986 le ruspe li hanno portati via. C'era una volta il Poetto con la sabbia bianca come la farina, il ripascimento del 2002 ha cancellato quella pagina. Poi c'è stata la mazzata dell'amianto, dopo quella ancora senza fine dei chioschetti. La Spiaggia dei centomila sembra destinata a non aver pace.
Sara Marci