Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Tetti crollati e crepe gli edifici pubblici a pezzi

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 maggio 2013

Comune

 

IL TOUR Base dei vigili urbani di viale Trieste e deposito di via Po: immobili fatiscenti e proteste sulle manutenzioni

Muri crepati e scrostati, muffa dappertutto, fili elettrici scoperti: quando va bene, alcune strutture comunali si presentano così. Sempre se non si stacca un pezzo di soffitto e – questione di centimetri – i calcinacci non centrano in testa un operaio, come ha rischiato di succedere in via Po. Altro che la bella vita dei dipendenti di quel “pubblico” tanto invidiato da molti. A volte, la sicurezza è un mero optional, che può essere sostituito dall’attesa di un intervento edilizio che non arriva da anni. O da decenni, e in quel caso ci si deve abituare a convivere col pericolo. Da palazzo Bacaredda i controlli a tappeto sono appena all’inizio. Sono due i casi, certificati, di edifici comunali che hanno vissuto anni migliori.

I VIGILI IN VIALE TRIESTE In viale Trieste c’è il distaccamento dell’infortunistica stradale e logistica, la sezione operativa di Cagliari 1 (copre Sant’Avendrace, Is Mirrionis, Castello e Marina) e, proprio da oggi, caso beffardo, il corpo della vigilanza edilizia. Ottanta i vigili che lavorano nei metri quadri, fatiscenti, della caserma di viale Trieste. Dai rubinetti non esce acqua calda, ma è il minimo. Gli spogliatoi sono troppo piccoli, le radiotrasmittenti sono collegate ai caricatori in un intrico di fili elettrici accanto a un muro con varie crepe. Inagibile l’entrata principale, dopo il crollo di un pezzo di soffitto. Lo spazio per le carte (faldoni con esposti e documenti vari) è all’osso. Almeno i tetti di uffici, spogliatoio e autofficina – in eternit -sono incapsulati. C’è anche uno spazio esterno, ammassati vecchi pc e scocche delle moto dei vigili. Ieri, il consigliere comunale Pierluigi Mannino (Patto per Cagliari) ha visitato la caserma. Dopo due interrogazioni sul tema (la prima datata dicembre 2011), è in arrivo la terza. «A distanza di diciassette mesi non è cambiato nulla. La polizia municipale è il front office dell’amministrazione, va tenuta in considerazione e bisogna garantirle adeguate strutture», osserva Mannino, «le condizioni della struttura di viale Trieste sono un insulto alla dignità del corpo della municipale »

ABBANDONO IN VIA PO Nell ’ex mattatoio ci sono sei capannoni, mal gestiti, da decenni, dal Comune. Mattoni del tetto a vista e materiali accatastati nel caos. Opuscoli di promozione turistica, poster, ma anche porte e cartelli stradali, materassi, lampade, pc, stampanti, piatti utilizzati per il pranzo dei poveri di Sant ’Efisio, pile di libri marci del 1930 e decine di sacchi sigillati, frutto di sequestri amministrativi. Un capannone, contiene materiale elettorale, è sbarrato da un mese, dopo il crollo di una parte di tetto. Due operai si salvano per miracolo. «Una fortuna che siano ancora vivi, qui lavoriamo in 50. Spero che il Comune intervenga», dice Alessandro Ledda, custode dello spazio, «vanno svolti tutti i lavori del caso nei capannoni pericolanti». Al termine del tour delle commissioni Affari generali e Servizi tecnologici, parla il presidente della prima, Filippo Petrucci, eletto con Meglio di prima non ci basta: «C’è da gestire un pregresso di decenni nei quali la manutenzione non sembra essere stata delle migliori, serve un censimento del materiale con un inventario digitale globale. Sui capannoni, in uno è crollato il tetto, ovvio che bisogna pensare a degli interventi nelle strutture che si rivelano più fatiscenti».

I BLITZ PER LA SICUREZZA I rappresentanti comunali per la sicurezza dei lavoratori hanno già iniziato il giro di ispezioni in strutture e uffici pubblici. Sei giorni fa visita alla caserma di viale Trieste: la relazione è attesa a giorni: ci finiranno di sicuro le condizioni di spogliatoi e pareti dell’edificio. Attesi i primi riscontri dai controlli negli uffici dell’Ur ba n istica, prima o poi arriverà il turno delle strutture di via Po. Paolo Rapeanu