Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Il disgelo con il Comune «Il Cagliari torni a casa»

Fonte: Sardegna Quotidiano
14 maggio 2013

 SANT’ELIA

 

LA SVOLTA Positivo il primo vertice. Domani sopralluogo allo stadio dei tecnici di entrambe le parti. Il vicepresidente Pinna: «Speriamo tutti di poter disputare lì la prossima stagione» di Marcello Zasso marcello. zasso@ sardegnaquotidiano. it

Fumata bianca. O, meglio, fumata rossoblù: il Cagliari imbocca la strada di casa. «C’è la volontà comune, del Cagliari e del Comune, di utilizzare il Sant ’Elia per le partite del prossimo campionato». È disteso Giovanni Domenico Pinna, vice presidente del Cagliari, al termine del vertice durato due ore negli uffici dell’assessorato comunale ai Lavori pubblici. Ha parlato, anche a nome dell’amministra - zione comunale, per sottolineare la volontà condivisa di voltare pagina. «Abbiamo sempre manifestato la volontà che il Cagliari possa giocare nella sua città - ha precisato - ora il primo passo, fondamentale, è verificare le condizioni dello stadio. Per questo mercoledì ci sarà un sopralluogo congiunto dei tecnici, nostri e del Comune, per capire che interventi servono. È stato lo stesso Comune ad ammettere che in queste condizioni non si potrebbe giocare e solo dopo un sopralluogo si potrà avere un quadro chiaro della situazione. Ma devo rinmgraziare il Comune per la disponibilità ». A un anno dalla rottura, Cagliari e Comune si sono ritrovati nella stessa stanza, al terzo piano di via Sonnino. Dopo un anno in fuga, la società rossoblù si è decisa a chiedere un nuovo incontro con l’amministra - zione comunale. Immediata la risposta di via Roma con la convocazione della riunione, all’ordine del giorno però era stata inserita anche la questione dei conti in sospeso. SOLO QUESTIONI TECNICHE «Durante la riunione non abbiamo trattato gli aspetti economici - precisa il numero due del Cagliari - nè, tantomeno, i progetti per lo stadio. Ci siamo trovati tutti d’accordo sul cercare una soluzione per riportare il Cagliari al Sant’Elia». Ma, allo stato attuale, l’impianto non è pronto. «Ora, come confermato dal Comune, non è nelle condizioni di ospitare le partite - precisa Giorgio Altieri, uno degli avvocati del Cagliari - ci hanno detto di avere delle proposte, ma non le abbiamo ancora affrontate. Una volta effettuato il sopralluogo, il dialogo potrà riprendere e le valuteremo ». La delegazione del Cagliari era composta anche dall’avvocato e membro del cda Giuseppe Accardi e dall’ingegnere Marco Carboni. Più nutrita la squadra del Comune, guidata dal direttore generale Maria Cristina Mancini, e composta dai dirigenti di Lavori pubblici, Patrimonio e Sport (Mario Mossa, Francesca Brundu e Giambattista Marotto), accompagnati da funzionari amministrativi e tecnici dei rispettivi settori. «Alla luce della situazione attuale, che prevede interventi, le parti delegano i rispettivi tecnici ad un incontro per valutare la soluzione che sarà proposta dal Comune di Cagliari - si legge nel verbale della riunione - l’i ncontro tecnico è fissato per il giorno 15 maggio 2013 alle ore 9.30 presso gli uffici del dirigente del servizio Lavori pubblici 2 del Comune di Cagliari». La stanza del dirigente Mossa è stata anche ieri teatro dell’incontro ravvicinato del terzo piano. In attesa del vertice, i rappresentanti del Cagliari hanno parlato anche della vertenza Is Arenas. «Alla luce della sentenza del Tar, stiamo predisponendo tutta la documentazione necessaria da sottoporre alla Commissione provinciale di vigilanza e al Comune di Quartu - ha spiegato l’av vocato Altieri - le carte non sono ancora state consegnate, ma la macchina si è messa in moto».

Restano da risolvere le questioni legate ai presunti abusi edilizi, che il Cagliari cercherà di risolvere anche in forza della sentenza del Tar che, nel respingere il ricorso sulla sospensione della pratica, ha considerato valida la delibera di Gessa che non era stata presa in considerazione dal Comune nell’indicare gli abusi. Ma è l’inchiesta della Procura sui lavori per la costruzione dello stadio quartese a pesare come un macigno sul futuro di Is Arenas, tanto che il superprefetto Achille Serra - spedito dalla Lega per capire meglio la situazione - aveva consigliato a Cellino di lasciar perdere e fare lo stadio da un’altra parte. E dopo mille peripezie, il Cagliari è tornato sui propri passi, bussando alla porta che aveva sbattuto un anno fa, prima di fuggire a Trieste. Le chiavi dello stadio, dopo che il Comune aveva stracciato la convenzione, erano state spedite via posta dalla società. Ma da mesi in via Roma, di fronte alle infinite difficoltà del Cagliari e dei suoi tifosi, aspettavano questa mossa e ieri la collaborazione è ripresa. Una volta chiarito che interventi ci sono da fare al Sant’Elia, quanto costano e chi li dovrà fare, le parti potranno pianificare il futuro dello stadio. Che quasi certamente passerà, come avvenuto a Udine, per una gara pubblica a livello europeo che potrebbe portare a un accordo di “project financing”. Perché solo i privati possono accollarsi le spese per la ristrutturazione o l’e ve ntuale demolizione-ricostruzione della casa del Cagliari.