Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Stadio, il Cagliari può tornare a casa

Fonte: L'Unione Sarda
14 maggio 2013


SANT'ELIA. Ieri incontro tra tecnici rossoblù e comunali, ma non sono stati affrontati i temi più spinosi
 

«C'è la volontà di riallacciare i rapporti». Domani nuova riunione
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Tutta un'altra storia rispetto a un anno fa. Il Cagliari calcio può tornare a casa, al Sant'Elia, praticamente subito, dall'inizio del prossimo campionato. Come? Ancora non si sa, ma sembra che tutto si potrà risolvere in breve tempo. I segnali da parte dell'amministrazione sono stati chiari e forti, il desiderio è di riportare la squadra a giocare nel vecchio stadio. La società resta in attesa di dettagli più concreti, il progetto ce l'ha, ma ora spetta alla parte pubblica fare proposte. L'incontro di ieri è stato (a parole) più che positivo. Ma si è trattato soltanto di un generico scambio di pareri, ancora nulla di concreto. E non si è neppure accennato alla questione soldi, ai contenziosi aperti. Ci si rivede domani mattina per un'altra riunione tecnica, operativa.
Dopo la brusca interruzione dei rapporti ad aprile 2012, che aveva portato Massimo Cellino a concludere il campionato a Trieste e a firmare la convenzione con Quartu per costruire Is Arenas, il dialogo è ripartito. «C'è la volontà di riprendere il discorso insieme», ha detto il vicepresidente di viale La Playa, Giovanni Domenico Pinna. Due ore di colloquio con il direttore generale, Cristina Mancini e un gruppo di dirigenti del Municipio, per dire che la volontà di collaborare non è mai venuta meno. Adesso che l'impianto quartese, tirato su a tempo di record, è di fatto congelato dall'indagine della magistratura, ora che le relazioni con via Eligio Porcu si sono deteriorate fino a diventare forse irrecuperabili (i legali di Cellino avrebbero pronta una causa di risarcimento per venti milioni di euro), con le elezioni regionali dietro l'angolo e le pressioni del centrosinistra sul primo cittadino, con l'opposizione in Consiglio che insiste per lasciar perdere il concorso di idee e cercare soluzioni urgenti, insomma, tirate le somme, c'è la necessità di cambiare rotta. Le possibilità sono diverse. Per cominciare subito bisognerebbe operare a pezzi sulla mastodontica struttura. Certo è che bisogna superare lo scoglio della conformità e dell'agibilità, la Commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, così come ha bocciato Is Arenas a maggior ragione potrebbe vietare il Sant'Elia.
E poi ci sono i contenziosi. La convenzione è stata rescissa dall'ufficio sport ad agosto, «per le gravi e continue violazioni da parte del Cagliari calcio. In particolare nella violazione quasi integrale dell'obbligo a versare il canone annuale di 50 mila euro». Pesa, dunque, lo stato delle vicende giudiziarie. Una in cui la società, in primo grado, è stata condannata a pagare 2 milioni 800 mila euro (ci sono i diritti Sky pignorati dal Comune). L'altra, con cui Cellino ha chiesto 25 milioni di danni e per la quale è stato chiesto un accertamento tecnico preventivo, attualmente in corso, che dovrebbe essere depositato in tribunale entro qualche giorno.
Cristina Cossu