Rassegna Stampa

Sardegna Quotidiano

Stop alle auto, no dei commercianti

Fonte: Sardegna Quotidiano
13 maggio 2013

 Corso

 

I DUBBI Negozianti e ristoratori contrari alla pedonalizzazione: «Non siamo alla Marina, priorità all’arredo urbano». C’è anche chi plaude all’iniziativa: «Via le macchine dal centro storico»

Il paragone è quello della casa da costruire: si deve partire dalle fondamenta, non dal tetto. L’esempio si adatta perfettamente alla futura – a distanza di un anno – pedonalizzazione del corso Vittorio Emanuele. Più estesa e probabilmente totale, nelle intenzioni del Comune. Che deve però fare i conti con chi, tra l’imboccatura dopo piazza Yenne e l’angolo con via Caprera, vede dalla soglia della sua attività commerciale una strada sporca, con crepe nella pavimentazione e fioriere utilizzate al pari dei cassonetti. Negozianti e ristoratori: ecco da chi arriva quel paragone che vede lo stop alle auto come l’ultima tessera di un puzzle, quello della riqualificazione di corso Vittorio, ancora tutto da iniziare. Sette giorni fa, l’incontro tra due assessori comunali (Mauro Coni dei Trasporti e Barbara Argiolas delle Attività produttive) all’Oblomow, storico bar del corso, con i ristoratori. Due ore di dibattito dove alle orecchie dei rappresentanti di palazzo Bacaredda è risuonato quanto segue: pedonalizzazione? No. Se proprio si deve fare, prima bisogna “riparare ” i sottoservizi del corso Vittorio. Cioè, la strada e l’illuminazione, antidiluviane. «Priorità all’arredo urbano, solo dopo si può pensare di eliminare il passaggio delle macchine», dice Luciana Deiana, che al numero 27 vende prodotti tipici. Antonio Ghiani è il capo di una trattoria al civio 115: «L’estate scorsa con la pedonalizzazione abbiamo incassato la metà del solito. Senza le auto sarebbe meglio, solo se il Comune apporterà delle migliorie alla strada». I parcheggi vicino al corso Vittorio sono pochi, e la strada, dissestata, non attira di certo: è il senso del pensiero di Luisa Pinna, altra ristoratrice al numeo 161: «Il pavimento e le luci sono da incubo, sembra di stare in periferia ». E il suo collega Roberto Cinus, da ventisette anni dirige i lavori nelle cucine dell’ennesimo ristorante del corso: «Prima si metta bene la strada, anche se i lavori dovessero durare un anno intero. Sarebbe una sofferenza che ripaga», afferma dalla soglia del civico 195, e suggerisce «la creazione di un salotto naturale all’aperto, nel tratto del corso tra via Sassari e via Palabanda, solo dopo il restyling della strada», puntualizza Cinus. Dodici mesi fa la loro trattoria non era ancora realtà, ma si fida delle parole dei suoi “vicini- concorren - ti” di cucina Bruno Pinna: «Mi hanno detto che l’anno scorso è stato un disastro. Qui non siamo alla Marina, i tavolini fuori stonerebbero nello schifo di strada che è il corso». Nel corso Vittorio, tuttavia, c’è anche chi plaude alla pedonalizzazione, prima di qualunque altro intervento. «Spesso si confonde la pedonalizzaizone di una strada con le serate di shopping, sono cose diverse. I cittadini vorrebbero tutto senza fare nulla », osserva Giuseppe Sias, dal suo atelier al 95/a, «un po’ di spirito di iniziativa fa bene a tutti, da qualche parte si deve pur iniziare, anche per attirare i turisti, nei centri storici di mezzo mondo le macchine non passano neanche nei sogni». Paolo Rapeanu